Di Primio a Firenze per convegno sull’alta dirigenza pubblica e la figura del segretario comunale

convegno_nazionale_unione_segretari_comunali_e_provincialiFirenze. Oggi a Firenze, presso il Salone Brunelleschi del Palagio di Parte Guelfa, si è tenuto il convegno nazionale “Per un nuovo equilibrio fra rapporto fiduciario e imparzialità nell’alta dirigenza pubblica: il superamento dello spoils system” a cura dell’Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali.  

Al convegno, oltre a Alfredo Ricciardi, segretario nazionale Unscp; Mario Pilade Chiti, professore ordinario di Diritto Amministrativo all’Università degli Studi di Firenze e componente della Commissione sulle Riforme della Costituzione e al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, hanno preso parte: Stefano Bianchi, Cgil Fp Autonomie Locali; Daniela Volpato, segretario nazionale Cisl Fp; Giampiero Vangi, Diccap; Stefano Biasioli, segretario generale Confedir e Pompeo Savarino, presidente Agdp è intervenuto anche il responsabile dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Giuseppe Leotta.
Nel corso del suo intervento, il sindaco Di Primio, sottolineando la necessità di una riflessione generale sull’assetto della dirigenza apicale negli Enti Locali, ha evidenziato come “le recenti riforme – DL n.174/2012, L. n.190/2012, D.lgs  n. 33/2013, D.lgs n. 39/2013 – abbiano assegnato al Segretario Comunale e Provinciale nuove competenze, ovvero la direzione dei controlli interni, la responsabilità in materia di anticorruzione e la responsabilità nella trasparenza, affiancandole a quelle preesistenti, ovvero sovrintendenza e coordinamento dei dirigenti. Una  azione complessa, dunque, non solo di verifica giuridica ma anche di elaborazione dei sistemi dei controlli interni che caratterizza la figura anche come punto di ‘snodo’ della  azione amministrativa dell’Ente Locale tra l’attività di indirizzo e quella di gestione. Non possiamo non riflettere, però – ha proseguito il sindaco – sul fatto che le modifiche legislative intervenute negli ultimi anni e negli ultimi mesi abbiano disegnato un quadro non organico. La persistenza degli equivoci a proposito dell’attribuzione delle funzioni di vertice nell’organizzazione dell’Ente Locale, infatti, rendono necessario un riordino strutturale ed organico della dirigenza apicale, all’interno della complessiva riforma delle Autonomie Locali. In qualità di delegato Anci, dunque, insisto affinché tali ruoli e funzioni vengano disciplinati con chiarezza, attraverso una riforma complessiva. Come è noto, già in fase di conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2 (c.d. decreto Enti Locali) l’Anci ha presentato un emendamento concernente la figura apicale degli Enti locali, finalizzato proprio ad individuare criteri direttivi per la revisione complessiva della disciplina contenuta negli articoli 98, 102 e 103 del Tuel. Personalmente mi trovo d’accordo sul fatto che i Segretari comunali debbano essere inquadrati nell’alta dirigenza degli Enti Locali ma ciò deve essere accompagnato anche ad una alta professionalità e alla condivisione degli obiettivi di governo a cui tende il Sindaco. Finalità che lo stesso segretario deve contribuire a raggiungere attraverso il coordinamento della Dirigenza del Comune al fine di raggiungere ‘quel buon andamento della pubblica amministrazione’ che la stessa Costituzione richiama.  Immagino il segretario comunale come una figura che sia al centro dell’organizzazione dei Comuni, punto di ‘snodo’ nell’azione amministrativa degli Enti. È evidente, però, che per fare ciò non può non essere ripensato tutto il sistema di accesso e di reclutamento, la crescita professionale e lo sviluppo di carriera e la tutela del segretario nello svolgimento delle sue delicate funzioni. Rispetto a questa ultima partita, penso, ad esempio, che l’intervento già realizzato dal legislatore su questo aspetto con la legge n. 190/2012 – anticorruzione sia del tutto parziale, non rientrante in un disegno complessivo e strutturato. Occorre, quindi, una rivisitazione del sistema, finalizzata a disegnare un apparato in grado di bilanciare e coniugare adeguatamente tutele, meritocrazia ed esigenze di flessibilità, nell’ambito del mutato quadro istituzionale e coerentemente con le sfide sempre più importanti che le amministrazioni locali sono chiamate ad affrontare. Al contempo, a tutela della autonomia dei governi locali, ritengo che il sindaco debba poter continuare a scegliere, seppur basandosi su criteri di oggettiva capacità professionale, il ‘primo’ dirigente del Comune”.

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