Chieti, Tullio: ‘Cavallo si dimetta anche da consigliere’

logo-giustizia-socialeChieti. “Il  consigliere comunale Achille Cavallo dimostri di avere gli ‘attributi’ e un minimo di ‘dignità morale’ oltre che ‘politica’ accompagnando le dimissioni dal partito Giustizia Sociale, che non hanno nessun valore se non di convenienza personale,  con quelle da consigliere comunale”.

Così in una nota il presidente di Giustizia Sociale, Antonio Tullio, che ha aggiunto: “Altrimenti rischia anche lui di fare la figura del solito ‘opportunista politico’ di turno, che in questa città abbondano, a cui fa tremendamente comodo rimanere in maggioranza, alla faccia della linea del partito e soprattutto in barba agli  elettori di Giustizia Sociale, con tutte le prerogative e i benefit che derivano dal rimanere nella stanza dei bottoni. Oltretutto, il consigliere Achille Cavallo, che in questi tre anni e mezzo di consiliatura non si è certo distinto per una attività politica intensa, considerato che sono praticamente irrintracciabili i suoi pochissimi interventi in consiglio comunale, farebbe bene a ricordare che occupa un posto a palazzo d’Achille non da eletto ma solo per effetto delle dimissioni da consigliere di Bruno Di Paolo, leader di Giustizia Sociale, il quale lo ha candidato  e fortemente sostenuto in campagna elettorale. I vuoti di memoria di convenienza e l’irriconoscenza, però, si sa, sono i  peggiori difetti di chi fa politica e non hanno risparmiato neanche il consigliere Achille Cavallo che, forse, volutamente ignora che lo scranno in consiglio non è suo ma del partito e, quindi, dovrebbe riconsegnarlo a Giustizia Sociale che ne è moralmente titolare per il largo, larghissimo suffragio ottenuto dai propri elettori. Furbescamente, il consigliere comunale Cavallo, dimostrando una inaspettata scaltrezza da consumato politico,  ha invece pensato di  salvare ‘la faccia’ dinanzi all’opinione pubblica con la solita vecchia  ‘furbata’ di presentare le proprie dimissioni dal partito Giustizia Sociale prima di ricevere il provvedimento di espulsione, come già comminato ad Enrico Bucci. Questi giochetti da prima repubblica, peraltro prontamente scoperti, non trovano humus tra i tanti elettori e sostenitori di Giustizia Sociale i quali hanno capito la strumentalità del gesto del consigliere Cavallo mirato, solo ed esclusivamente, a salvaguardare la sua posizione personale. Inoltre, nel caso gli fosse sfuggito, oltre agli impegni morali non scritti, propri della lealtà che caratterizzano il nostro partito, esiste anche un documento di promessa solenne firmata e sottoscritta da tutti i candidati di Giustizia Sociale, dallo stesso Cavallo accettato e firmato in data 20/02/2010, che sarà portato a conoscenza dei cittadini di Chieti attraverso manifesti murali. Non sappiamo se definire il mancato rispetto da parte di Achille Cavallo della promessa solenne  ‘spergiuro’,  ‘tradimento politico’ o qualcosa di peggio ancora, per questo lasciamo alla libera interpretazione dei nostri interlocutori dare il nome all’azione di chi prima sottoscrive un documento in piena libertà e poi lo tradisce senza provare un minimo di vergogna”.

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