Rapino, concorso interno vigile urbano: si chiude il procedimento penale

sindaco_rapinoRapino. Si chiude con un nulla di fatto la vicenda che ha visto coinvolti il sindaco di Rapino Rocco Cocciaglia, gli assessori e il vigile Lorenzo Medaglia relativamente all’esito del concorso interno di vigile urbano che tre anni fa si tenne nel Comune teatino.

Si è infatti concluso il procedimento penale per concorso in abuso di ufficio avviato a loro carico con la sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Chieti che costituisce una piena assoluzione sia sotto il profilo penale che sotto quello dell’irregolarità amministrativa.

Secondo la sentenza, infatti, tutta la procedura relativa al concorso sarebbe stata svolta nel pieno rispetto della legge e dei regolamenti interni del Comune. Non solo. La stessa Procura, che a suo tempo chiese il rinvio a giudizio, ha chiesto nei confronti di tutti i soggetti coinvolti il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato. “Questo sta a significare che il procedimento non sarebbe dovuto nemmeno iniziare” tuona in merito Cocciaglia.

Come sottolineato dallo stesso giudice, sembra infatti evidente che, per il concorso in questione, la giunta avesse adottato il requisito della professionalità acquisita in qualsiasi area del Comune e, quindi, non solo nella stessa area come operato dall’attuale amministrazione. Una constatazione che mina alla radice la sostenibilità dell’accusa in giudizio.

“Si chiudono così ben 3 anni di denunce, di esposti anonimi – continua il primo cittadino – architettati ad arte con il solo scopo di calunniare, gettare fango e seminare odio tra la comunità. Tutto è partito, è bene ricordarlo, da un esposto anonimo i cui contenuti, l’impostazione e persino i caratteri di stampa potrebbero essere facilmente riconducibili ad una stessa mano. Una vera truffa con tanto di firme false su esposti anonimi, orchestrata da menti malate capaci solo di odiare il prossimo. Io – sottolinea Cocciaglia –  gli assessori coinvolti e il vigile urbano, tutte persone perbene e specchiati padri di famiglia, hanno dovuto subire per ben 3 anni l’onta della calunnia, le offese gratuite e la diffamazione, attraverso tutti i canali disponibili, piazza, bar dello sport, manifesti pubblici, stampa, siti online, social  network. Vogliamo ora però che tutto questo abbia un risarcimento ed una giusta condanna ed è per questo motivo che a giorni avvieremo una causa civile per i danni subiti. A carico degli incolpevoli ed inermi cittadini, già severamente provati dalla profonda crisi economica, ora il conto delle spese legali per varie decine di migliaia do euro”.

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