Chieti, Consiglio Provinciale salta per numero legale

camillo_damicoChieti. “Abbiamo assistito all’ennesima puntata di un film già visto tante volte: la maggioranza assente e la minoranza presente con il consiglio provinciale che salta per mancanza di numero legale”.

Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “All’ordine del giorno l’approvazione di un regolamento che non ha trovato distinzioni rilevanti da parte del centrosinistra in commissione che prefigura una voto unanime e favorevole dell’intera assise. Questa volta la questione delle numerose assenze è tutta interna fatta di distingui e dissensi politici all’interno della maggioranza di centrodestra a guida Udc che governa la provincia di Chieti da quasi quattro anni. Una maggioranza in liquefazione. L’Udc combattuta sulle non condivise dimissioni del presidente Di Giuseppantonio per coltivare il sogno di un sicuro scranno parlamentare mentre l’intero territorio provinciale muore in una crisi economica e sociale di cui ancora non si vede la fine, il Pdl diviso e lacerato nell’infinita lotta di potere tra ex An e ForzItalioti, gli ex Pdl ora Forza Sud che sognano posti al sole e di responsabilità per eventuali e futuribili rimpasti di giunta, altri che cercano di distinguersi in attesa di possibili e future ricollocazioni anche in campi politici diversi da quelli attuali. Non è stato uno spettacolo bello e dignitoso di un assise che rappresenta un ente che ha prodotto la civile e condivisa battaglia politica ed istituzionale di sopravvivenza il cui presidente oggi pensa di fuggire altrove mentre sarebbe corretto mantenere la postazione, come fece il suo predecessore, per dare continuità e concretezza al proprio ruolo in un momento in cui i cittadini chiedono sicuri punti di riferimento. I cittadini – conclude il capogruppo del Pd – sono consci e consapevoli di quanto questi hanno prodotto in quasi quattro anni di amministrazione e sapranno valutare il loro atteggiamento anche in sfide elettorali diverse dove andranno ad impegnarsi. Noi non saremo complici silenziosi delle loro malefatte ma attivi protagonisti di precise e circostanziate denunce. Lo faremo non per mera propaganda ma per essere propositivi oggi e realizzativi domani per un alternativa del fare e dell’agire non più rinviabile”.

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