Chieti, Fratelli d’Italia-An e Confcommercio dicono no a Megalò 2

Chieti. Nel mentre a Chieti stanno per iniziare i lavori di costruzione del Megalò 2, Fratelli d’Italia AN interviene per tramite di Gianluca Grimi, responsabile per l’industria ed il commercio del partito, sull’economia locale.

Grimi si concentra particolarmente su quanto sta accadendo in Abruzzo e nella Provincia di Teramo: “La nostra è la regione con la più alta percentuale di grande distribuzione installata per abitante d’Italia, e probabilmente d’Europa – introduce Grimi – e la nostra provincia ne paga appieno le conseguenze”. Un assunto inequivocabile dunque, veritiero quanto sconosciuto. “Errori reiterati nel tempo, dapprima di valutazione e poi di vera e propria miopia amministrativa hanno generato questa situazione paradossale”. Molti dimenticano che l’Abruzzo nonostante tutto conserva un’immagine fortemente attrattiva e spendibile, è la regione verde d’Europa con i suoi parchi, le tipicità dell’artigianato, del commercio e delle mille identità alimentari “tutto sacrificato sull’altare di una presunta modernità che nel resto d’Italia è già storia antica e da superare – continua Grimi – ciò comporta anche la scriteriata scelta di Megalò 2. Il potere d’azione di questo mostro si ripercuoterà sicuramente su Teramo e sul resto della provincia, continuerà il massacro delle piccole imprese, centinaia ancora saranno inginocchiate ed insieme a loro altrettante famiglie, comprese quelle dei rispettivi dipendenti sacrificate in cambio di cosa? Quattrocento, presunti, nuovi posti di lavoro pagati al minimo sindacale? Io mi chiedo, possibile che sfugga come la grande distribuzione sia di fatto in crisi estrema? Non dicono nulla le richieste di riduzione dei giorni di apertura di alcuni grandi centri e le difficoltà dell’aggregato di Colonnella? Non fanno riflettere i locali vuoti, forzatamente affittati ed il mai avvenuto pieno decollo del complesso commerciale alle porte di Teramo? Sono forse degli ipovedenti economici tutti i dirigenti delle grandi organizzazioni del commercio? Come farà la politica, tutta, a rapportarsi ancora con categorie che, a parole, dice di voler salvare, aiutare, sostenere, e nei fatti condanna?”.

In tutta la provincia è un costante sorgere ed insorgere di proteste, richieste d’aiuto, sostegno finanziario e promozionale dei nostri piccoli imprenditori “in tale situazione, in una provincia che ha sofferto più di altre la crisi, che pretende di avere una identità ed un futuro nel turismo sfruttando le proprie indubbie potenzialità, ci si aspetterebbe un florilegio di centri commerciali naturali, distretti urbani del commercio, iniziative pubblico private nell’urbanistica commerciale dei centri cittadini e via discorrendo: di questo ha bisogno l’economia teramana, e non di altro”.

A margine dell’intervento Grimi confida e spera che “si prenda subito atto dell’insostenibilità di un nuovo centro commerciale sbandierato come il più grande d’Abruzzo, si prenda atto del grido di dolore delle categorie, si guardi con pragmaticità quanto accade nel mondo, in Europa e nell’ Italia stessa, e si diano risposte coraggiose e programmatiche di politica economica di lungo periodo. Il nostro patrimonio rimane l’immensa capacità di creare valore aggiunto per l’economia territoriale della piccola media impresa. Questa è l’unica identità che va difesa e valorizzata”.

Abbiamo appreso delle iniziative da parte del Presidente della Regione Abruzzo e dell’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Chieti, interventi tesi a bloccare l’inizio dei lavori dell’ennesimo colosso distributivo, peraltro in un’area urbanistica a concreto rischio esondativo, che per il momento scongiuranoun ulteriore, enorme scempio urbanistico, edilizio e socio economico a danno dell’Abruzzo e per questo esprimiamo particolare soddisfazione.

Tuttavia non possiamo permetterci di abbassare la guardia e per tale ragione richiediamo comunque al Presidente del Consiglio Regionale la convocazione della massima Assise abruzzese affinché proceda a fare il punto sulla grave crisi del piccolo commercio, anche alla luce della eccessiva presenza della GDO che assegna all’Abruzzo il primato nazionale ed europeo di superficie di mq di GDO per abitante.

Siamo fiduciosi di veder accolta la nostra richiesta perché da anni assistiamo a tali tristi primati della nostra Regione ed al drammatico fenomeno dello spopolamento e del degrado dei nostri centri storici (proprio in questi giorni sono stati resi noti gli esiti di studi che assegnano a Chieti il record negativo di chiusure nel centro urbano che dimostrano in modo evidente la nostra tesi) proprio a causa della chiusura dei negozi di fronte al debordare senza limiti della GDO.

Attendiamo dal Presidente del Consiglio Regionale un riscontro positivo perché bisogna necessariamente dare delle risposte adeguate all’entità di tale crisi che mette a rischio l’intero sistema distributivo del piccolo commercio abruzzese e migliaia di posti di lavoro a “COSTO ZERO” per i conti pubblici, a differenza di altri settori che richiedono ed ottengono milioni di euro per creare occupazione e poi lunghi periodi di cassa integrazione che costano e pesano sulle risorse finanziarie regionali.

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