Antonio Macera sulla vicenda Honeywell

Atessa. “Sembra quindi chiudersi definitivamente una vertenza durissima, alla quale il Comitato Regionale abruzzese del Partito comunista italiano aveva espresso ed esprime vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori ed alla Fiom Cgil di Chieti. Una lotta che ci ha parlato di dignità, di coraggio, di giustizia sociale”.

Così in una nota Antonio Macera, segretario regionale Abruzzo PCI, che aggiunge: “Una chiusura che colpisce gli oltre 400 operai, le loro famiglie, l’indotto e tutta l’area produttiva ed economica della Val di Sangro, in un contesto in cui l’Abruzzo conta circa 464 mila occupati al I trimestre 2017 ( peggiore dato trimestrale registrato negli ultimi dieci anni) e dimostra come le politiche industriali che contestiamo da quasi cinquant’anni hanno permesso alle imprese di spadroneggiare.

Non sono servite neppure le promesse di ulteriori e francamente scandalosi finanziamenti per distogliere la multinazionale dai suoi disegni.

Stiamo parlando della Honeywell, una multinazionale che ha studiando bene la legislazione italiana, non pagando le tasse per quasi un milione di euro e che ha usufruito di agevolazioni e politiche a favore del credito d’impresa, ripagando il nostro territorio con l’ennesima delocalizzazione.

E’ questo il frutto di politiche collaborazioniste a favore dell’espansione produttiva e del credito a favore delle imprese “produttive”, che hanno imposto ai lavoratori austerità, sacrifici, moderazione salariale, concertazione e licenziamenti.

Lasciando alle imprese la totale libertà di decidere che cosa, per chi e come produrre in nome dello “sviluppo e ammodernamento”, parlando in maniera retorica di investimenti, tutto ciò ha significato in realtà piegare politica ed istituzioni alle esigenze del massimo profitto imprenditoriale, sprofondando l’intera società in una nuova gravissima crisi di cui paghiamo le conseguenze. A nulla infatti è servito l’impegno profuso da Regione ed Istituzioni per impedire questa ennesima chiusura.

A livello generale la riflessione che si impone è che senza una critica di classe la più ampia e convergente possibile, senza l’azione unitaria della classe operaia a livello europeo, senza un pacchetto di misure restrittive antimonopoliste che ridisegnino gli attuali rapporti sociali e di produzione, fenomeni come quello di Atessa sono purtroppo destinati ad intensificarsi”.

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