Pista Ciclabile sulla Costa Teatina, Coletti: ‘I nodi vengono al pettine’

colettiChieti. “La passata amministrazione provinciale guidata dal centrosinistra ha messo in cantiere il progetto di rigenerazione della Costa Teatina con l’intento di pianificare gli interventi sulle aree dismesse dalla ferrovie e di realizzare direttamente la pista ciclopedonale da Ortona a San Salvo con i fondi FAS che la Regione metterà a disposizione”.

Così il consigliere provinciale del Pd, Tommaso Coletti, si esprime sulla Pista Ciclopedonale sulla Costa Teatina.

“Non aveva previsto di acquistare le aree – prosegue Coletti – o di farle acquistare dai comuni, anche perché, a parte la mancanza di disponibilità di risorse, il Governo con D.L. 112 del 2008, convertito con legge 133/2008, all’art.58, ha disposto che i Comuni e le Province devono dismettere il patrimonio immobiliare non utilizzato per le competenze istituzionali. L’acquisto delle aree dismesse e delle ex stazioni ferroviarie non rientrano nei fini istituzionali degli enti locali. Per questo la passata amministrazione provinciale aveva previsto, con l’accordo dei comuni interessati, di predisporre la pianificazione urbanistica ed economica sul territorio, lasciando al pubblico o al privato di concretizzare gli interventi nel rispetto appunto del piano. La pista invece sarebbe stata realizzata direttamente dalla provincia sul sedime della ex ferrovia con un progetto già redatto dal costo complessivo di circa 40 milioni di euro. Per la realizzazione dell’opera la Provincia avrebbe dovuto acquistare o espropriare solamente 460.000 mq , cioè 46 Km di lunghezza x 10 metri circa di larghezza dell’ex tracciato che, al costo medio di 1 euro a metro quadrato, sviluppa un costo complessivo di circa 460.000 euro. Il pubblico (Provincia e Comuni) non ha bisogno delle altre aree o degli immobili dismessi. Ha solamente la necessità di stabilire la destinazione d’uso e gli interventi realizzabili sulle aree dismesse per evitare speculazioni da parte dei privati. Questo era il progetto originario. L’attuale amministrazione provinciale ha voluto inserire a tutti i costi l’acquisto di tutte le aree dismesse e dei manufatti delle vecchie stazioni ferroviarie esultando per l’accordo raggiunto con le ferrovie che avrebbero svenduto tale patrimonio per soli sette milioni e mezzo di euro. Oggi i nodi vengono al pettine. Per comprare le aree non ci sono i soldi! I FAS non possono essere utilizzati per acquisto del patrimonio se non in misura del 10% dell’intero intervento. Chi comprerà le aree? La Provincia ed i comuni oltre a non avere i soldi non possono per legge e la Regione non ha disponibilità al di fuori dei FAS. Allora? Per poter andare avanti bisogna tornare necessariamente all’idea originaria. Provincia e comuni pianifichino gli interventi sulle aree e sui manufatti dismessi per evitare speculazioni, lasciando ad altri la realizzazione degli investimenti; così la Provincia con i 15 milioni di euro che la Regione le trasferirà potrà realizzare minimo tre lotti della tanto attesa pista. Sarà l’occasione per rilanciare il turismo sul nostro territorio in un momento in cui gli altri settori stanno attraversando una crisi la cui durata si trascina da molto tempo”.

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