Vasto, chiusura ufficio postale. I commenti dei politici

vastoVasto. Con il nuovo piano di riorganizzazione dei servizi, Poste Italiane prevede la chiusura, in Abruzzo, di 71 uffici postali, identificandoli come “anti economici”.

Tra questi, sei sono in Provincia di Chieti e più espressamente: San Lorenzo di Vasto, Villa Elce di Lanciano, Marina di San Vito, Villascorciosa di Fossacesia, Terranova di Roccamontepiano e Villatucci di Crecchio. Sull’argomento prende posizione il Consigliere regionale di Rialzati Abruzzo Antonio Prospero, che, nell’annunciare una interrogazione regionale che punti alla salvaguardia di quegli uffici che “svolgono una insostituibile funzione sociale per le popolari abruzzesi”, rileva come questo progetto “penalizzi gli utenti appartenenti soprattutto alle fasce più deboli, come gli anziani, per i quali il servizio postale è particolarmente importante e che più di altri hanno difficoltà a spostarsi”.

“C’è da essere preoccupati – riprende Prospero – perché questa annunciata riorganizzazione dei Servizi Postali e del recapito che produrrà, stando alle stime nazionali dei sindacati, ulteriori 1700 tagli di posti di lavoro a breve e circa dieci mila entro l’anno, pone l’intera classe politica regionale al cospetto di una problematica che non è di poco conto. Mi auguro che i nostri parlamentari vogliano intervenire fin da subito presso i Ministeri interessati per fermare questa operazione e almeno fare in modo che qualunque scelta da attuare parta solo a seguito di una fase di confronto e verifica caso per caso con il territorio. Perché ci sono uffici postali, tra quelli indicati da Poste Italiane, che vanno salvati in virtù dell’importanza che rivestono per i territori. Credo inoltre che una società di proprietà e sotto il controllo dello Stato non ha solo l’obbligo di far quadrare i conti, ma ha il dovere morale di continuare a presidiare il territorio garantendo servizi sempre migliori. Ed anche questo aspetto  mi preme sottolineare – spiega Prospero – se da un lato Poste Italiane ci dice che ci sono uffici anti-economici che vanno chiusi, dall’altra deve spiegarci come mai anche lì dove non si abbatterà la mannaia della chiusura, i servizi lasciano molto a desiderare. Porto esempi concreti. A Vasto sono tanti gli utenti che da tempo mi segnalano un disservizio nel recapito, gente che attende lettere magari di una certa importanza che giungono al proprio domicilio dopo dieci, quindi giorni. Pensiamo a migliore i servizi e valutiamo caso per caso le realtà che non sarebbero produttive. Di queste problematiche interesserò la giunta regionale”.

 

Il commento di Nicola Del Prete (Fli). “L’Ufficio Postale di San Lorenzo di Vasto chiude. O almeno, è questa l’intenzione di Poste Italiane che ha posto proprio l’ufficio della frazione di Vasto al primo posto della lista dei 71 uffici postali, cosiddetti minori, da chiudere perché ritenuti anti-economici. Sono 6 gli uffici da chiudere nella provincia di Chieti secondo Poste Italiane e tra queste, San Lorenzo di Vasto che già da qualche anno opera in regime ridotto. Infatti nella sede decentrata vastese, si pagano soltanto le pensioni Inps, nei primi due giorni di ogni mese. Per il resto l’ufficio resta chiuso. A pagarne le spese di questa paventata chiusura saranno circa 100 utenti del quartiere che usufruiscono delle pensioni Inps. Sono loro in questi unici due giorni al mese che fanno la fila allo sportello delle Poste del loro quartiere per la riscossione delle pensioni. Con l’ufficio chiuso, saranno costretti ad andare a Vasto centro o all’Incoronata di Vasto. Assegnato presso la sede di San Lorenzo vi è un solo dipendente che svolge funzioni dirigenti, il quale negli altri giorni del mese viene dislocato presso altri uffici  territoriali. L’amministratore delegato di Poste Italiane ha fatto sapere attraverso alcune dichiarazioni pubbliche che molti di questi uffici definiti anti-economici, con l’intervento dei Comuni, potrebbero essere salvati, ma si tratta di riconfigurarli e trasformarli in centri multi servizi. Gli uffici tenteranno quindi di riciclarsi, anche offrendo al Comune di occuparsi della cartografia digitale, oppure aprendo al cittadino una serie di servizi a pagamento, come il rilascio di certificati anagrafici o la possibilità di saldare il ticket sanitario. Sull’argomento interviene il consigliere comunale di Futuro e Libertà Nicola Del Prete il quale chiama subito in causa il sindaco Lapenna perché fissi un appuntamento con la direzione provinciale di Poste Italiane per pensare ad una riconfigurazione dell’Ufficio di San Lorenzo, al fine di tenere in vita questo importante presidio territoriale”.

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