Chieti, Febbo su Project Financing: ‘Il bilancio della Asl non può permettersi una nuova costruzione’

Chieti. “Il Project financing non ha le basi sanitarie, ingegneristiche ed economiche finanziarie per poter essere approvato,  a testimoniarlo sono anche le cifre del Bilancio ASL  al 31.12.2016 che spiegano come quest’opera sia insostenibile, illogica e assurda. Leggendo, studiando e scorrendo le varie voci dei capitoli del bilancio chiuso al 31.12.2016 della Asl Chieti –Lanciano –Vasto vengono fuori molte criticità e, soprattutto, riusciamo a capire le vere motivazioni per cui i dodici Direttori, oltre quelle dei legali regionale e ASL, nonché della prof,ssa Vecchi  hanno bocciato senza appello il Project financing che questa Regione continua con ostinazione a portare avanti”.

 Questo il commento del Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo che torna di nuovo sulla procedura relativa alla nuova costruzione, demolizione e ristrutturazione definitiva dell’Ospedale clinicizzato Santissima Annunziata di Chieti ribadendo come “sia veramente incredibile quello che emerge dal documento contabile. Oggi ci troviamo di fronte ad un bilancio consuntivo  con una perdita secca di circa 26 milioni di euro. Adesso questa perdita viene ‘alleggerita’ da due iscrizioni in bilancio: una tra le Insussistenza attive dove troviamo euro 21.043.381 di debiti nei confronti della Casa di cura Villa Pini, e l’altra inserita tra le Insussistenze passive con euro 7.121.231 legate al contenzioso tra la società fallita Casa di Cura Villa Pini e la Asl di Chieti (vedi allegati) . Senza questa “sveltina”  la perdita sarebbe stata addirittura intorno ai 54 milioni di euro”.

 “È del tutto evidente – rimarca Febbo – come questo Bilancio di previsione non può permettersi e non può reggere economicamente il Project financing visto che strutturalmente negli ultimi due anni l’Asl di Chieti ha chiuso sempre in perdita ( nel 2015 la perdita è stata di € 31.443.163 e ‘alleggerita’ sempre seguendo lo stesso iter di ben € 16.310.225 quindi quella reale è di ben 47.753.388 euro mentre mi preme far rilevare che il bilancio nel 2014 segnava un più 213.318 euro …..modestamente). Mi sembra del tutto evidente che alla luce di questo quadro economico finanziario è impossibile che l’azienda sanitaria possa supportare un canone annuo di circa 13 milioni di euro (le rate annuali partano dai 5 milioni iniziali fino a arrivare ai circa 19 milioni finali) per 30 anni per un totale di euro 388.797.000,00. Senza tener conto di tutti quei servi che verranno esternalizzati, altrimenti arriveremmo ad un costo pari a 704 milioni di euro. Questa valutazione e analisi dei costi è stata appunto ampiamente svolta e già bocciata dai vari direttori sanitari non potendo esprimersi sulla pubblica utilità. A questo punto mi chiedo se la Regione, visto che ha avocato a se tutto il procedimento con l’ultima delibera di giunta numero 277, sia in grado e nelle competenze di portare a compimento quest’opera, ma soprattutto con quali risorse”.

 “Pertanto – aggiunge Febbo – questo assurda scelta e ostinazione da parte della Regione Abruzzo verrà portato all’attenzione dell’Anac e precisamente nelle mani dell’ing. Filippo Romano, Dirigente ad interim dell’Ufficio Vigilanza Contratti Partenariato Pubblico Privato, Responsabile del procedimento di vigilanza istituito dalla stessa Agenzia.  Infatti il procedimento nei confronti della Regione Abruzzo/ASL 2 Lanciano Vasto Chieti è finalizzato ad accertare tutti i profili attinenti la proposta con particolare riferimento alle criticità sulla “fattibilità dell’opera con la finanza pubblica (in questo caso regionale). In linea di principio non possono ricevere dal mercato un flusso di cassa in grado di finanziare l’investimento è la successiva gestione. Come noto, in tale tipi di opere, il piano economico finanziario viene alimentato da un canone che l’amministrazione corrisponde per tutta la durata della concessione. In tale ottica il trasferimento dei rischi in capo al Concessionario (in primi il rischio operativo di cui all’art. 3 lett zz, D.Lgs 50/2016) è in realtà difficile da realizzare in un contratto basato sul pagamento di un canone” -testuale dalla comunicazione ANAC del 21.04. 2017 n. 0058118.- Credo che anche questi ulteriori elementi di incapacità economico finanziario di sopportare un canone di così elevata entità sia da parte della ASL 2 sia da parte della stessa Regione (il Rti chiede la coobbligazione della regione nella sottoscrizione del contratto) certifichino definitivamente  la inaccettabilità e irricevibilità della proposta Maltauro”.

 “Non si perda altro tempo – conclude Febbo – e si passi velocemente a valutare concretamente gli interventi di sistemazione sismica sulla parte limitata e ben individuata per poi passare alla fase di rilancio del nostro nosocomio con un importante e strategico coinvolgimento dell’Università D’Annunzio che deve migliorare e rafforzare l’individuazione di professionalità da impiegare nel lavoro del Clinicizzato S.S. Annunziata”.

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