Project Financing Chieti, ennesima bocciatura dell’esperto Asl VIDEO

Chieti. Dopo il parere negativo del Rup e l’apertura di un procedimento di vigilanza da parte di Anac, anche l’esperto nominato dalla Asl, la professoressa Veronica Vecchi, direttore della Formazione Executive del Misb dell’Università Bocconi, boccia su tutta la linea il progetto di finanza presentato dalla Maltauro Costruzioni.

 “Il Project Financing sta finendo nel peggiore dei modi per chi ci ha creduto, per chi sta cercando di difenderlo, per chi vuole per forza portare avanti questo progetto – ha sottolineato il consigliere regionale di Forz Italia, Mauro Febbo – oggi con le carte che abbiamo, le due relazioni gà note del Rup e quelle cell’ultima incaricata) per cui si devono sperperare altre 27 mla euro, ma soprattutto con i 12 primari delle unità compresse che ridicolizzano un progetto che non ha i piedi per camminare. È un progetto bocciato sia in termini sanitari, sia in termini di costi, sia in termini di progettualità. Io spero che si ponga fine a questo teatrino, a questa telenovela e si possa veramente ragionare su come intervenire sulle due palazzine costruite con cemento impoverito. La Asl ha già sistemato la parte della staticità e la parte dell’antincendio, manca solamente il rischio sismico che è un problema che ha tutta la città dopo il 1999 quando è stata inserita nella graduatoria della sismicità ad altissimo rischio e quindi dovrebbero essere evacuati tutti gli edifici privati e pubblici, ma penso che si possa fare con la nuova tecnologia antisismica e passare veramente a discutere su come rilanciare il nostro ospedale, farlo diventare di secondo livello, insieme all’Università. Finalmente il presidente D’Alfonso, dopo aver mandato bucate diverse convocazioni, mi ha dato lui l’indicazione, mi ha detto che è disponibile a confrontarsi nella Commissione Vigilanza il 23 maggio ed ho provveduto a convocarla per quella data, ma spero che a questo punto ci si arrivi pensando ad altro, soprattutto a come risolvere i problemi della Sanità dell’area metropolitana”.

 “Abbiamo perso 3 anni dietro l’arroganza e la supponenza di chi, al potere e alla guida di questa regione, è rimasto sordo alle criticità che noi evidenziammo quasi due anni fa – commenta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi – siamo stati i primi a denunciare tutti i limiti di questo strumento entrando nel merito della proposta presentata dalla Maltauro: dall’eccesiva onerosità dei canoni, alle criticità rispetto ai servizi sanitari e non che sarebbero passati di mano alla società proponente, agli eccessivi costi proposti per la gestione dalla Società di progetto, alla mancata ripartizione del rischio in capo al proponente. Lo abbiamo fatto a costo zero, senza chiedere costose consulenze alla McDermott&Associati o agli esperti dell’Università Bocconi, perché si trattava solo di avere buon senso e buona volontà di studiare il corposo progetto e capire, numeri alla mano la sconvenienza a percorrere questa strada. Da due anni sosteniamo che il project financing dell’Ospedale di Chieri è un grosso affare solo per il proponente e, di certo, non per la Asl. L’unico soggetto titolato alla dichiarazioni di pubblica utilità è la Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti, chiunque voglia arrogarsi questo diritto verrà segnalato alle autorità competenti” commenta Marcozzi “Giunta e Presidente sono avvisati. Oggi si celebra la prima udienza sul procedimento dell’acquisto della palazzina della Asl di Pescara, spero che i membri della Giunta ne traggano esempio, si mettano l’anima in pace e recuperino il tempo perso. Chieti e l’interland hanno bisogno di una struttura efficiente e rispondente alla domanda di sanità. Si metta subito in sicurezza ciò che non lo è, si valorizzi il patrimonio nelle disponibilità della Asl, a partire dall’ospedale civile nel centro storico della città e si proceda con il ripianamento del deficit di gestione della Asl per predisporre la costruzione in autonomia delle strutture necessarie al policlinico e all’università che ivi opera. Abbiamo suggerito numerose strade alternative. Dalla richiesta di incrementare il fondo per l’edilizia sanitaria, stante la vulnerabilità sismica delle strutture e la fragilità del nostro territorio a soluzioni che prevedano la costruzione in autonomia. Tutte derise e vilipese da Paolucci e D’Alfonso. A distanza di due anni i fatti ci danno ragione su tutta la linea. L’assessore Paolucci e il suo Presidente pretendono ancora di darci lezioni su come si amministra? Ormai non hanno più alcuna credibilità. Diano le proprie dimissioni e facciano posto a chi è in grado di avere una visione di sanità diversa dalla loro, una sanità programmata nel solo interesse del cittadino e non dei privati speculatori”.

 Così replica Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale: “La Regione Abruzzo ha preteso un’istruttoria severa sul nuovo ospedale di Chieti, come cristallizzato nel testo della delibera di Giunta n. 133 del 4 marzo 2016. Abbiamo sottoposto a un accurato stress test tutti gli aspetti fondativi della proposta Icm, poiché vogliamo che non vi siano dubbi sulla necessità e bontà dell’operazione. Abbiamo avocato dalla Asl teatina la documentazione completa per una revisione scrupolosa di ogni singola riga, e in base ad essa prenderemo una decisione. La risposta sta nelle carte, non nelle chiacchiere in loop di Forza Italia e M5S. Spacciare per un diniego la puntuale istruttoria pretesa dal dispositivo della delibera della Giunta regionale è il modo volutamente semplicistico – senza entrare nel merito delle questioni – per fare facile propaganda. Peraltro gli argomenti utilizzati sono quelli contenuti in relazioni e schede tecniche volute dalla delibera di Giunta e per le quali l ‘opposizione non ha dato alcun tipo di contributo. Ora si apre sulla base di quella istruttoria l’interlocuzione prevista dalle norme, con al centro il tema di risolvere le criticità del SS Annunziata, altro tema saltato a piè pari dall’opposizione, anche perché l’opposizione lo dica una volta per tutte: non vuole il nuovo ospedale di Chieti”.

 “Non è mio costume replicare alle risposte automatiche di chi, evidentemente, non sa di cosa parla e, presumibilmente, non ha letto neanche un documento. Per prima cosa vorrei chiarire al Consigliere D’Alessandro che la documentazione non si “avoca”. Avocare, per chi non lo sapesse, significa “prendere su di sé quanto è di competenza di un altro ufficio subordinato”, cosa che peraltro non è possibile nel caso che ci impegna. Inoltre, ci sembra che il Consigliere D’Alessandro non abbia letto nulla di quanto scritto dal M5S negli ultimi due anni in merito al Project Financing e alle concrete alternative ad esso per costruire a Chieti un nuovo Ospedale. Probabilmente non ha neanche letto le numerose sentenze di TAR che citiamo (che scoraggiano l’utilizzo del PF per la costruzione di nuovi ospedali), il parere legale negativo dello studio McDermott&Associati, il parere negativo del RUP, il parere negativo della prof. Vecchi (Università Bocconi), gli interventi della Corte dei Conti, né deve aver mai avuto lo scrupolo di verificare gli esiti disastrosi che i project financing hanno provocato in altre regioni, una su tutte Regione Veneto. Tutti pareri contrari che si sommano all’apertura del procedimento di vigilanza da parte di ANAC. Invito il Consigliere D’Alessandro a colmare le sue lacune e, quando vorrà, ad affrontare l’argomento nel merito in un dibattito pubblico e non a mezzo risposte preconfezionate”.

 Così l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci: “La risposta a ogni obiezione sul nuovo ospedale di Chieti è contenuta nella delibera di Giunta regionale n. 133 del 4 marzo 2016, che elencava punto per punto i passaggi necessari per arrivare ad una valutazione compiuta della proposta fatta dalla ICM. Con la delibera la Regione chiedeva alla ASL n. 2 un’istruttoria attenta sul piano economico-finanziario e sui contenuti dell’offerta che esigevano coerenza con il Decreto Lorenzin. In particolare l’azienda sanitaria era stata incaricata di provvedere alla “puntuale disamina del progetto preliminare e degli altri allegati alla proposta” tenendo conto “delle esigenze strutturali, infrastrutturali e impiantistiche del compendio ospedaliero nonché dell’adeguatezza della proposta alla rete ospedaliera regionale e alla sostenibilità finanziaria della concessione per il Servizio Sanitario Regionale” per tutta la durata della stessa. Il provvedimento fissava al 30 aprile 2016 il termine ultimo per la presentazione alla Giunta regionale della proposta, anche al fine di valutare possibili iniziative alternative. Abbiamo atteso un anno intero, fino al 30 aprile 2017, poi abbiamo intimato alla ASL di consegnare alla Regione tutta la documentazione per concludere la pratica di valutazione. Quanto ai costi, al comma 5 è scritto chiaramente che la copertura finanziaria per realizzare l’opera consiste nel riutilizzo delle risorse già nel budget dei servizi ospedalieri; qualora vi fosse ulteriore necessità, si può ricorrere ad una partecipazione finanziaria attraverso un canone minimo, il cui ammontare viene selezionato in base alla qualità della proposta che va in gara e delle proposte che pervengono. Non solo: si prevedeva anche di sottoporre, a partire dal primo atto, l’intero iter amministrativo del progetto al controllo dell’Anac in modo da poter rendere ulteriormente solida e trasparente la procedura. Dunque il comportamento della Regione Abruzzo è stato coerente con quanto scritto 14 mesi fa. Con questa operazione proseguiamo nella riqualificazione della rete assistenziale ospedaliera, garantendo ai cittadini-utenti di poter fruire di prestazioni sanitarie di qualità e in totale sicurezza, oltre a ottenere una significativa riduzione dei costi di gestione di strutture non più adeguate agli attuali standard dell’assistenza. Il resto è solo un goffo tentativo di far passare come bocciatura le numerose istruttorie conseguenti alla delibera”.

 

Francesco Rapino

 

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