Chieti, gestione Marrucino. Iacobitti: La morte del nostro teatro

teatro_marrucinoChieti. “La scelta dell’amministrazione Di Primio di appaltare completamente la stagione di prosa del Teatro Marrucino in convenzione con l’Atam certifica la morte del Teatro come luogo di produzione di cultura perchè dopo aver cancellato il teatro lirico si cancella anche il teatro di prosa”.

Con queste parole Enrico Iacobitti, consigliere comunale del Pd di Chieti, commenta l’idea di affittare il teatro e il Supercinema alla mediazione commerciale dell’Atam che, al costo di 50mila euro annui, concederà la programmazione degli spettacoli replicati tra l’Abruzzo e il Molise.

Una scelta che, secondo il politico, produrrà almeno tre gravi conseguenze. “Il Marrucino non sarà più luogo di produzione di cultura originale” spiega Iacobitti “perché gli spettacoli saranno gli stessi replicati tra Abruzzo e Molise, con la conseguenza che molti appassionati che si spostavano anche dalla vicina Pescara e non solo, certamente non avranno motivazione alcuna ad assistere a spettacoli fruibili ovunque. Il Marrucino” continua ancora Iacobitti “ha rappresentato forse l’unica azienda che producendo cultura nella nostra Città ha offerto, per oltre un decennio, occasioni di impiego per molte professionalità anche giovani e d’ora in poi non sarà così. Un gioiello di famiglia unico nel suo genere viene letteralmente invaso senza la partecipazione di nessuna memoria storica e culturale della nostra Città”.

Il consigliere non condivide la posizione di Di Primio, del senatore Di Stefano e del direttore dell’Atam Marco Fanfani che parlano di “esigenze di bilancio” e di presunti debiti del teatro.

“Si tratta di invenzioni” commenta infatti Iacobitti, “poiché la Deputazione Teatro Marrucino fu sciolta alla fine del 2007 e il piano di liquidazione interamente pagato dall’amministrazione di centro-sinistra ha evidenziato anche un avanzo di 87mila euro come scritto nel bilancio dell’Ente Comune di Chieti votato recentemente dalla stessa maggioranza di centrodestra. Di Primio non ha ereditato debiti e non ha alibi”.

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