Chieti, Febbo su servizio ristorazione ospedaliera: ‘Siamo arrivati quasi al caporalato’ VIDEO

Chieti. Dopo molti anni è stata indetta la gara d’appalto per il servizio di ristorazione per i pazienti dei presidi ospedalieri della Asl 02. Al bando hanno partecipato, diverse ditte, compresa quella che per anni ha fornito il servizio e che ha presentato un ribasso nell’ordine dello 0,10% mentre un’altra ditta locale dello 0,35%. La ditta vincitrice dell’appalto, Rti Dussman e Servizi Integrati, ha offerto un ribasso del -5,82%.

 Ne ha parlato questa mattina il presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo insieme ai Consiglieri comunali e provinciali di Forza Italia Emiliano Vitale, Stefano Maurizio Costa e Marco D’Ingiullo.

 “Ci sono già tanti problemi – ha sottolineato il presidente della Commissione Vigilanza in Regione, Mauro Febbo – andarne a mettere un altro sulla mensa credo che sia veramente una vessazione nei confronti dei malati ma in questo caso anche dei lavoratori. Un appalto che per oltre 20 anni è stato in giudicato e qualcuno doveva capire perché non si è andato a creare il massimo ribasso. L’errore parte proprio da questo pensiero perché c’è stato un accordo intersindacale con i lavoratori che si sono autoridotti una parte delle ore di lavoro, oggi addirittura l’orario viene dimezzato passando solo a 7 ore settimanali, quindi sono lavoratori che oggi non arrivano a 200 euro e ci chiediamo come si possa vivere con questa cifra. Da 30 ore molti scendono a 15 ore settimanali, su questo ci deve essere un minimo di riflessione. Io mi farò sentire perché si deve anche pensare alla qualità dei servizi e tutelare i lavoratori. Sotto il punto di vista della qualità mi chiedo come mai si è passati da 450 a 280 pasti? Questo significa che i cittadini hanno un rifiuto di quel servizio. Su questo farò ampia luce con la convocazione di una Commissione Vigilanza per cercare di risolvere un problema che i malati non dovrebbero avere e soprattutto nei confronti dei lavoratori. L’appalto mi sembra che vada rispettato: se c’è un accordo che dice che ai lavoratori vanno fatte fare 20 ore devono essere fatte, se diciamo che i cuochi devono lavorare 30 ore devono lavorare 30 ore. Ed invece gli viene ridotto di un terzo l’orario di lavoro e viene sovraccaricato il contratto nazionale con ulteriore sub costo e questo non è ammissibile sulla pelle dei malati”.

Francesco Rapino

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