Tercas-Carichieti, Di Primio scrive a Banca d’Italia

di_primio_umbChieti. Umberto Di Primo torna nuovamente sulla notizia che vuole la Banca Tercas intenzionata ad acquisire quote della Cassa di Risparmio di Chieti. E lo fa scrivendo direttamente al direttore della filiale regionale della Banca D’Italia.

Il sindaco di Chieti contesta, infatti, il modo in cui questa volontà sarebbe stata manifestata, ossia a mezzo stampa. “Normalmente” commenta Di Primio in proposito, “così mi viene detto, regola non scritta, ma sempre rispettata, vuole che i consigli di amministrazione degli istituti coinvolti preparino tali operazioni e non le facciano conoscere all’altra parte dalle colonne dei quotidiani”.

Proprio il fatto che la notizia sia trapelata sui giornali spingerebbe il primo cittadino a porsi una serie di dubbi. Non solo. Stando a quanto riportato nella missiva, “l’uscita giornalistica del vertice di Tercas ha forse compromesso, certamente danneggiato, quella attività di risanamento che a via Colonnetta è costata non poco. Mi riferisco alla determinazione che la Cassa, dopo le vicende che hanno visto negativamente protagonista il vertice della stessa, ha mostrato nel cambiare e rinnovare il proprio management, nel ridurre il numero di dirigenti ed emarginare situazioni che in passato l’avevano messa in difficoltà. Il tutto, evidentemente, nell’ottica di una sana gestione dell’Istituto e, soprattutto, con l’obiettivo dichiarato di rilanciare la Banca anche attraverso le avviate nuove politiche commerciali, il potenziamento delle attività di controllo e la massima attenzione prestata sul fronte del contenimento della spesa. Questo è quello che mi è stato detto da dirigenti della Cassa e che ho letto su interviste rilasciate dai vertici dell’Istituto. Apprendere adesso dalla Tercas (così dicono i giornali), che tutto questo non è vero, o non è servito a nulla, mi preoccupa”.

Alla luce di tutto ciò, Di Primio ritiene che, se le affermazioni dei dirigenti della banca teramana non fossero vere, la condotta debba essere denunciata agli organi competenti della Banca d’Italia, “considerato il danno (non solo d’immagine) che ciò ha procurato o potrebbe ancora procurare alla Cassa ma, anche ed in particolare, per quel che mi riguarda, al mondo che intorno a questa ruota fatto da miei concittadini (dipendenti o clienti) e dalle imprese teatine (almeno quelle che intrattengono rapporti con Carichieti). Mi fa riflettere, inoltre, leggendo le continue incursioni giornalistiche della Tercas, il mal celato tema, dietro la dichiarata questione acquisizione quote Carichieti, della costituzione di unica banca abruzzese (d’altronde Tercas ha già acquisito Caripe). Sia ben chiaro, ritengo la questione del credito argomento di particolare importanza del quale la politica dovrebbe occuparsi non per prenotare posti nei consigli d’amministrazione, ma per contribuire ed agevolare a dare risposte alle imprese ed alle famiglie strozzate da una crisi economica senza pari che ha colto impreparato anche il sistema creditizio al pari dei cittadini. E’ per questo, che piuttosto che pensare ad acquisizioni poco opportune (ricordo che Tercas è concorrente di Carichieti, che Cariplo cedendo il suo 10% entra anche in Tercas conservando un piede in Carichieti ma, soprattutto, che tale cessione viene fatta per una quota posta appena sotto quella che richiederebbe il controllo di B.d’I.), dovremmo tutti, sistema del credito, politica, amministrazioni locali (penso al ruolo delle tesorerie), parti sociali, impresa, elaborare possibili strategie e sinergie, risorse locali contro una crisi globale, per dare le risposte che la gente si aspetta, dalle istituzioni, dal mondo del credito e dalla finanza. Insomma, dopo aver assistito alle discussioni -tutte rigorosamente sulla stampa (non certo per colpa di questa)-, sull’unico ateneo abruzzese, sull’unica ASL, sulla unione di Province, senza un reale confronto tra i soggetti interessati e protagonisti, non vorrei che si fosse iniziato a discutere (sempre sulla stampa e solo su questa) anche di un unico istituto bancario abruzzese, ma anche questa volta senza che l’idea sia preventivamente valutata nelle sedi deputate a partire dalla Banca d’Italia. Il rischio di speculazioni, il rischio dell’impoverimento del sistema creditizio, della occupazione extraregionale degli istituti locali, della incapacità, perché distratto da altro, del sistema bancario locale di dare risposte al territorio, alle famiglie ed alle imprese, mi preoccupa più d’ogni altra cosa. E’ per questo, che chiedo massima attenzione, nei limiti delle competenze ad esse assegnate, alla Banca d’Italia. Chiedo altresì al Presidente Codagnone ed al Direttore Sbrolli di rendere quanto più trasparente e nota l’azione della Carichieti così da rassicurare personale e clienti sul reale stato di salute e sul futuro della Cassa”.

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