Treglio, conflitti d’interesse dietro centrale a biomasse?

centrale_biomasseTreglio. Il sindaco di Treglio, Roberto Doris, ha ritirato qualche giorno fa la delega di vice sindaco ad Antonio Di Nunzio “essendo venute meno le condizioni fiduciarie”. La decisione è stata presa prima della marcia contro la centrale biomasse organizzata dal movimento di cittadini “Nuovo Senso Civico”.

A portare alla rottura sarebbe stato proprio l’impianto in questione: stando, infatti, a quanto sottolineato da Doris, Di Nunzio avrebbe preso importanti decisioni senza prima consultare il primo cittadino.

L’episodio ha scatenato la reazione di Palmerino Fagnilli, consigliere provinciale dell’Italia dei Valori, che invita anche la Provincia di Chieti a porsi le stesse domande di Doris.

Come spiegato dallo stesso Fagnilli, Di Nunzio è infatti responsabile del progetto, proprietario dell’impianto (con alcune quote nella Società Calore Treglio srl), vicesindaco di Treglio e anche direttore generale dell’Alesa, l’agenzia locale della Provincia per l’energia ambientale. “Un ruolo non da poco” come lo definisce il consigliere. “Infatti per la centrale a biomasse di contrada Paglieroni è  stato sottoscritto anche un accordo quadro con  la Provincia con cui “si è inaugurata la prima filiera agroenergetica d’Abruzzo”(sic!). Si tenga presente inoltre che  la Provincia di Chieti il 29 settembre 2009, nel corso della Conferenza sul cambiamento climatico a Huelva in Spagna, ha  firmato la “Convenant of Mayor”- Patto dei Sindaci. Con tale accordo la Provincia ha assunto formalmente il ruolo di struttura di supporto della Commissione Europea per il territorio dell’Ente. Sottoscritta dall’assessore all’Ambiente della Provincia, dal dirigente del Settore, dal direttore generale della Commissione Europea e,  per conto dell’Alesa, proprio da Antonio Di Nunzio”.

Il Patto prevede la riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20 per cento, obiettivo che sarà portato a termine attraverso i Piani Energetici Comunali. L’Alesa, quindi,  è la tecnostruttura della Provincia di Chieti nel settore dello studio e della ricerca di nuove fonti di energia rinnovabili e nell’area della relativa formazione e sensibilizzazione dei territori.

“Per il direttore Di Nunzio, quindi” sottolinea Palmerino Fagnilli, “se conflitto di interesse c’è, per via del doppio ruolo, questo è da intendersi al quadrato, poiché da una parte quello privato: progettista e proprietario, dall’altra quello pubblico (doppio come il primo): vicesindaco e direttore generale dell’Alesa. E’ indiscutibile e di lapalissiana evidenza che le vicende della centrale a biomassa di Treglio impongono alla Provincia di Chieti di fare immediata chiarezza sulla compatibilità tra i plurimi ruoli  ricoperti da Antonio Di Nunzio e sicuramente sarebbe opportuno, se non doveroso, rimuovere gravi situazioni di incompatibilità, riconosciute anche dall’amministrazione comunale di Treglio, che, per quanto di propria competenza, è intervenuta con il sindaco Doris, il quale ha ritirato a Antonio Di  Nunzio la delega da vice sindaco e assessore. Sicuramente sarebbe paradossale che, invece, l’ingegner Antonio Di Nunzio, dopo queste vicende, da direttore generale venisse promosso Amministratore Unico dell’Alesa da parte della Provincia, manovra che pare sarebbe stata suggerita da qualche eminenza oscura della politica teatina, pronta a promuovere sempre i migliori”.

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