Ortona, tutti contro la realizzazione del deposito GPL

Chieti. Imperversa a Ortona la polemica sulla realizzazione del deposito GPL. Nello specifico si sono espressi i rappresentanti di Forza Italia, del Movimento 5 Stelle e dei movimenti ambientalisti.

“Apprendiamo con stupore e soddisfazione che D’Alessandro, dopo averci denigrato ed offeso, abbia fatto un passo indietro per convergere finalmente sulla nostra idea”.

 Questo il commento del Presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo, Mauro Febbo e del Consigliere Comunale di Forza Italia ad Ortona, Tommaso Cieri rispondendo alle dichiarazioni di Camillo D’Alessandro in merito allo stop della realizzazione del deposito di GPL nel porto di Ortona.

 “Da giorni assisto silente – afferma Mauro Febbo – ad uno spettacolo tanto indecoroso per la Città di Ortona quanto offensivo per l’intelligenza degli ortonesi. Agli apparenti cambiamenti di idee di un sindaco che non ha mai brillato per fermezza e determinazione, sempre ostaggio dei poteri forti e di personalità ingombranti, al demagogico annuncio del fantomatico arrivo di 53 milioni di euro ed al vergognoso tentativo, come già avvenuto per altri argomenti, di alcuni “movimentati” di appropriarsi dei risultati di una battaglia per la quale non hanno neppure combattuto, strumentalizzandola per fini differenti dal bene della comunità, rispondo con i fatti. Per dovere di cronaca e correttezza, il primo a denunciare pubblicamente il non corretto iter burocratico per la realizzazione del deposito di gpl in oggetto fu il sottoscritto. In qualità di Presidente della Commissione di Vigilanza, con nota prot.01/15 del 5/02/2015 mandai una missiva alla Commissione VIA per chiedere la reiterazione del progetto ed il rinvio della discussione in quanto, in violazione dell’art. 20 del Codice Ambientale, non era possibile accedere al progetto ed apportare le dovute osservazioni da parte dei portatori d’interesse. Inviai anche una lettera aperta al Sindaco D’Ottavio ed al Presidente del Consiglio Comunale Ilario Cocciola, chiedendo loro di attivarsi in tal senso in aperto spirito di partecipazione, per il bene della Città di Ortona. Dimostrando una scorrettezza istituzionale imbarazzante, non ricevetti risposta alcuna! A quel tempo D’Ottavio, Cocciola e lo stesso D’Alessandro erano in letargo? Si sono svegliati soltanto ora perdendo più di un anno di tempo senza intervenire al cospetto di un “lascia passare” che grida vendetta??? Prima erano convinti che tale progetto non dovesse essere neppure assoggettato al parere della Commissione VIA ed ora cavalcano l’onda della contrarietà popolare??? Rimango esterrefatto e basito per un simile atteggiamento che non si addice ad un amministratore responsabile. Stesso atteggiamento è da addebitare anche ad alcune associazioni ambientaliste che sono rimaste stranamente passive.”

 “Come forza d’opposizione all’amministrazione D’Ottavio, in piena sintonia con i rappresentanti provinciali e regionali di partito, ho messo in campo – puntualizza Tommaso Cieri – ogni iniziativa tesa a bloccare la realizzazione del deposito in oggetto. E’ opportuno, alla luce degli ultimi fatti e di alcune dichiarazioni, venga ricordato l’impegno profuso dal sottoscritto e da Forza Italia nonostante qualcuno ci abbia accusato di non voler bene ad Ortona invece siamo i padri di tale battaglia. Il 25 febbraio 2015, nella seduta del Consiglio Comunale, svoltasi presso la Sala Eden, su mia iniziativa e proposta, venne approvata all’unanimità la delibera che prevedeva di sottoporre il progetto della realizzazione del deposito di GPL al parere e al giudizio di gradimento dei cittadini per mezzo di una consultazione popolare preventiva (istituto di consultazione popolare previsto dallo Statuto Comunale), o altro mezzo conoscitivo similare ad esprimere il consenso del popolo. Furono fatti dei manifesti a firma delle forze del centro destra cittadino fin dal marzo 2015 per esortare la cittadinanza a far sentire la propria voce di contrarietà a tale insediamento, così come mi feci promotore di un convegno presso la Sala Eden il giorno 4 luglio per illustrare il progetto e le motivazioni della nostra contrarietà. Sempre su mia iniziativa, tra varie sedute di Consiglio Comunale tese ad approvare il regolamento per il referendum popolare ed una data utile per svolgerlo, come richiesto dal CTR ex art. 24 della Legge Seveso III, si è arrivati ad ottenere l’inchiesta pubblica. Per D’Ottavio e la sua maggioranza sarebbe stato sufficiente l’affissione del manifesto e la pubblicazione dell’avviso sul sito istituzionale del comune, ma sempre su mia iniziativa, il 20 aprile 2016 è stata approvata la delibera che prevede l’invio della lettera a tutti i portatori d’interesse per presentare le opportune osservazioni. La stessa che ha innescato tanto fervore in Città. Sono, inoltre, a constatare che D’Alessandro sia arrivato nuovamente secondo, visto e considerato che lunedì 6 giugno u.s. ho invitato una lettera aperta al Sindaco ed al Presidente del Consiglio per farsi promotori di un incontro con la ditta proponente al fine di invitarla a ritirare il progetto.

 “Constatiamo che finalmente anche D’Alessandro si sia allineato alla nostra tesi. Considerato che il ritiro della delibera di giunta n° 31 del 28 febbraio 2014 non sarebbe sufficiente a bloccare l’iter, nelle more di quanto verrà discusso ed approvato nella seduta di consiglio comunale prevista per domani, ribadiamo – concludono Febbo e Cieri – il nostro invito ed appello alla proprietà della Seastock SRL a ritirare il progetto per avere risposta su questioni di interesse generali ovvero sulla tutela della salute pubblica, sul transito delle autocisterne, sulla viabilità alternativa, sulla navigabilità del porto, sulla compatibilità del deposito con navi passeggeri ed altre attività, sul presunto contrasto col Piano Regolatore Portuale sia vigente che sul nuovo, adottato ed in attesa di approvazione, così come con la compatibilità con i lavori del dragaggio.”

“Tommaso Coletti, capogruppo del #PD dice “Il no al GPL ci toglie 53 milioni”. E’ un ricatto? Noi crediamo che quei soldi appartengano agli ortonesi e non a PD, sono fondi che hanno origine dalla tasse pagate dai cittadini”

 Coletti si riferisce ai 53 milioni di Euro stanziati nel MASTERPLAN Renzi-D’Alfonso per “potenziare” il porto e le relative infrastrutture di supporto ad esso, quei 53 milioni tanto pubblicizzati per le vie di Ortona dal Consigliere regionale Camillo D’Alessandro con tanto di manifesti “Ho fatto per Ortona”.

 “Pare che finalmente anche D’Alessandro si sia accorto che i cittadini di Ortona il mega progetto cementificante non lo vogliono” continua Marcozzi “dov’è stato fino a ora?”.

 C’è voluto un duro lavoro del gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle di Ortona per portare alla luce quel progetto, di fatto, nascosto dalla Regione e per carpire la coscienza della cittadinanza ortonese.

 Oggi le forze politiche comunali sembrano fuggire ogni responsabilità.

 “Siamo sicuri che la realizzazione del progetto dell’impianto di stoccaggio GPL e nuovo porto sia progresso e sviluppo? Siamo sicuri che i cittadini di Ortona vogliano questo per la loro meravigliosa città, per il loro mare, per il castello, per i ripari di Giobbe?
Noi siamo convinti di NO. Crediamo nel TURISMO e nello SVILUPPO SOSTENIBILE.

 Come la costruzione di un ACQUARIO, ad esempio, proposta protocollata in Comune dai nostri attivisti, proprio come a Genova – e previo studio di fattibilità – attirerebbe turisti, genererebbe entrate per il Comune e fornirebbe lavoro.

 I numeri dell’acquario di Genova:? 1,3 milioni di visite nell’ultimo anno e 250 posti di lavoro tra biologi, ingegneri e manodopera oltre l’indotto” continua Marcozzi.

 “Per questo crediamo che sia necessario un REFERENDUM CONSULTIVO per permettere alla popolazione di Ortona di decidere del loro futuro! Nel frattempo, questa mattina abbiamo depositato in Comune oltre 300 osservazioni di cittadini contro il progetto che si sommano alle oltre 2.000 firme già raccolte”.

 Così in una nota i rappresentanti di Rete di Cittadini e Associazioni per Ortona, Associazione Abruzzo in Movimento, Associazione b&b Parco Maiella Costa Trabocchi, Associazione Osservatorio Ambiente, Legambiente Abruzzo e WWF Zona Frentana e Costa: “All’indomani del consiglio comunale di Ortona, si torna a ribadire con forza l’illogicità di una scelta, frutto di un’anomalia tutta italiana, che nulla ha a che vedere con lo sviluppo dell’Abruzzo e di Ortona, parte del nascente Parco nazionale della costa Teatina, ed è ad alto rischio per l’incolumità degli stessi cittadini. Al Teatro Tosti, lo scorso 8 giugno 2016, nonostante il giorno feriale ed il poco tempo di preavviso, Ortona ha manifestato tutta la sua contrarietà all’opera, accorrendo in massa all’incontro. Il fruscio di centinaia di cartelli, NO GPL, è stata la colonna sonora dell’evento. Le esposizioni anche puntuali dei vari relatori, tesi in gran parte a rassicurare la popolazione, di fatto non hanno rassicurato nessuno. Il rischio zero non c’è, anzi molte sono le pericolosità emerse sull’opera, dall’area di stoccaggio alla viabilità e logistica. Troppe le incognite ma anche la consapevolezza di come il mondo si sta allontanando dalle fonti fossili, per investire sempre più su efficienza, energie rinnovabili e mobilità elettrica. Troviamo di certa gravità le dichiarazioni a mezzo stampa del senatore Tommaso Coletti, che descriva il dissenso motivato verso il deposito come una semplice espressione folkloristica, offendendo sia i propri cittadini, che il valore stesso della democrazia.

Le giuste preoccupazioni in merito ad uno stoccaggio di ben 25.000 metri cubi di gas di petrolio liquefatto, equivalenti a 13.500 tonnellate, che a pieno regime arriveranno a 250.000 tonnellate anno, non possono essere tacitate. Ci si chiede anche cosa nascondano i mega progetti del porto volti a favorire la movimentazione di merci e navi da crociera ma ad oggi si discute solo del progetto della Seastock, ovvero come si pensa di fare turismo con uno scenario di questo genere? La sensazione è che i 53 milioni al porto di Ortona del Masterplan, vengano dati solo per favorire interessi di pochi. Una fotografia della realtà a dir poco triste.

La Rete di Cittadini e Associazioni per Ortona, tra cui Legambiente e WWF, e comitati ortonesi, che negli anni si sono battuti per la salvaguardia dei territori e per l’Istituzione del Parco nazionale della costa teatina, non si sono di certo formate di fronte a questo folklore che nasconde tutti i pericoli di un impianto sotto Direttiva Seveso. La rete si è fatta promotrice di banchetti sempre gremiti di gente, per raccogliere e supportare pareri di contrarietà e ha raccolto anche pareri di esperti cittadini: ingegneri, geologi, avvocati… Da lunedì 13 giugno, si è iniziato a depositare all’ufficio protocollo, centinaia e centinaia di pareri contrari.

Domani 16 giugno ci sarà alle 18, un consiglio comunale interamente dedicato allo stoccaggio del GPL, invitiamo quindi il sindaco e tutti i consiglieri comunali ad esercitare una scelta politica forte sul futuro di Ortona, ad ascoltare la città che è ben consapevole sulle vere economie del futuro, a dire con fermezza che sicurezza si vuole dare alla cittadinanza e perché si dovrebbe assumere il rischio quotidiano di uno scenario economicamente antistorico, ad alto rischio e dannoso per l’incolumità degli stessi cittadini.

Basta recriminazioni su quello che è stato fatto e quello che non è stato fatto, non c’è più tempo da perdere, non ce lo possiamo permettere. Il procedimento amministrativo partito nel 2013, va avanti e bisogna correre su più livelli, da quello procedimentale, con osservazioni di merito e non solo, a quello politico. Anche la regione Abruzzo deve dirci da che parte sta! Se vuole uno scenario per Ortona coerente con le sue strategie di sviluppo sostenibile o rincorrere mercati non più competitivi. Se sposa politiche vere di green economy e di benessere per la cittadinanza o è ancora ancorata al lobbismo novecentesco locale.

Se davvero si tiene a cuore Ortona e l’Abruzzo e il loro futuro, invitiamo il presidente D’Alfonso ha prendere posizione contro il deposito GPL e lo sollecitiamo ad intervenire rapidamente presso la presidenza del Consiglio dei ministri, affinché venga “liberata” l’istituzione del Parco nazionale della costa teatina, unico vero motore di sviluppo e baluardo di tutela territoriale, ad oggi “incatenato” per meri interessi localistici. L’appello a tutti è: voliamo alto! Raccogliamo le vere sfide dell’innovazione e della crescita, smettiamo di andare in controtendenza mondiale e usciamo da questo pressapochismo”.

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