Marcozzi in visita ispettiva all’Ospedale di Guardiagrele

Guardiagrele. La scorsa mattina il consigliere regionale M5S Sara Marcozzi si è recata presso l’ospedale civile SS. Immacolata di Guardiagrele per una visita ispettiva al fine di verificare l’offerta sanitaria erogata al bacino d’utenza di Guardiagrele e dintorni.

 “Siamo di fronte all’ennesima conferma che il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera targato D’Alfonso-Paolucci è una sciagura” commenta Sara Marcozzi, dopo aver terminato il giro fra le corsie del nosocomio di Guardiagrele.

 “Il Governo PD ha inferto un colpo mortale al già depotenziato ospedale di Guardiagrele, trasformando il Pronto Soccorso in Punto di Primo Intervento, riducendo gli orari dei reparti di diagnostica e dei laboratori – denuncia Marcozzi – Si tratta del solito gioco della semantica delle parole con cui il governo PD racconta di ‘riorganizzare’ o ‘risanare’ la salute mentre, in realtà, taglia i servizi”. Infatti, la riduzione delle ore di Radiologia e Laboratorio, fa si che il Punto di Primo Intervento funga, per gran parte degli accessi, solo da centro di smistamento verso gli ospedali di livello superiore di Chieti o Lanciano, senza di fatto fornire alcuna prestazione. Un esempio di caso concreto: un paziente con possibili problemi cardiaci in corso, dopo le ore 20:00, dovrà essere trasferito in ambulanza presso altre strutture in grado di prestare cure.

 Altra questione sollevata dai cittadini che si oppongono al depotenziamento della struttura, è la cancellazione dei posti letto di medicina generale per le acuzie che costringono pazienti e familiari a quotidiani trasferimenti verso il capoluogo teatino da un territorio dal quale, soprattutto in inverno per via delle caratteristiche oleografiche del territorio, gli spostamenti risultano assai difficili.

 “Risolvere i problemi sanitari del territorio dovrebbe essere una priorità per questo governo, anche in considerazione del sovraffollamento degli ospedali maggiori, invece si distrugge la sanità nelle zone periferiche e si abbassa la qualità delle cure nei grandi centri, basti pensare alle numerose barelle lungo i corridoi.”

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