Chieti, Teatro Marrucino. Ginefra: “Marzoli come Canio”

marzoliChieti. “Sarebbe utile capire se Marzoli ha ben compreso la reale condizione del Teatro Marrucino, della situazione economica allo stesso cagionata dalla allegra e sconsiderata amministrazione da parte della sinistra che come ultimo colpo di genio amministrativo, nell’agonia finale, per ripianare i debiti accumulati, ha dovuto stornare oltre quattro milioni di Euro, dilapidando fondi destinati a finanziare altri servizi in città”.

È il duro commento di Vincenzo Ginefra, consigliere comunale del Pdl di Chieti, che risponde alle recenti dichiarazioni del vice presidente del Consiglio comunale, Alessandro Marzoli, sulla cultura teatina. “L’ultima grandiosità “teatrale” dell’amministrazione di centrosinistra” ironizza Ginefra “sono stati i Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. In questa opera la realtà e la finzione finiscono col confondersi, e un protagonista, Canio, furente di gelosia, a delitto compiuto, esclama beffardo: “la commedia è finita!”. Ma qui forse per tentare l’emulazione dell’opera di Leoncavallo continua la commedia …”.

Più in particolare, in merito all’assunzione di personale, Ginefra ricorda che l’amministrazione Di Primio strebbe lavorando “per far risorgere dal dissesto economico questa importante istituzione che la sinistra ha utilizzato (se queste notizie venissero confermate ma io non credo…) per cinque anni per il godimento di amici e amici degli amici ad uso “ufficio di collocamento” con assunzioni inutili e spesso clientelari. Assunti che “forse” (se queste notizie venissero confermate ma io non credo…) oggi reclamano il conto a Marzoli e compagni che invece di adoperarsi per risollevare il teatro usano la stampa per lanciare appelli che assumono un sapore consolatorio per quelle persone che, purtroppo, abbagliate dalla necessità del lavoro, si sono fatti imbrogliare politicamente (se queste notizie venissero confermato ma io non credo…) da questi spregiudicati benpensanti che oggi assumono il ruolo dei censori: perché invece non rappresentano le istanze di coloro e delle ditte che hanno lavorato nel Teatro Marrucino e che oggi fanno parte dei creditori?”.

 

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