Lago di Bomba, Mascitelli (IdV) presenta interrogazione al Governo contro le trivellazioni

lago_bombaBomba. Il caso di Bomba arriva sul tavolo del Governo. Il senatore Alfonso Mascitelli, segretario regionale dell’Italia dei Valori, ha infatti depositato un’interrogazione a risposta orale rivolta ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dello sviluppo economico e dell’interno, in cui chiede se il governo è a conoscenza delle conseguenze del progetto presentato dalla ditta Forest CMI S.p.A. relativa allo sfruttamento del giacimento di gas naturale denominato “Colle Santo” di Bomba, attraverso la realizzazione di cinque pozzi di estrazione e di una raffineria di gas.

“Il progetto della ditta Forest” spiega Mascitelli “prevede l’escavazione di altri tre pozzi (in totale cinque), l’estrazione, per la durata di 12 – 20 anni, di circa 650mila metri cubi di gas al giorno, la costruzione di una raffineria, su un’area di 20mila mq, la realizzazione di un gasdotto di circa 7,5 Km nei comuni di Roccascalegna e Torricella Peligna. L’impianto insisterebbe su un territorio molto fragile, caratterizzato dalla presenza di vaste aree franose e interessate da attività sismica”.

Lo stesso Consiglio comunale di Bomba, all’unanimità, si è dichiarato contrario al progetto, supportato anche dall’iniziativa di comitati e movimenti spontanei dei cittadini. Forte e motivata è la preoccupazione che una simile realizzazione comprometta la stabilità della diga, grazie alla quale, tra l’altro, da più di 50 anni si produce energia idroelettrica, cioè pulita e rinnovabile. La popolazione locale dovrebbe quindi affrontare un simile gravissimo rischio in cambio dello sfruttamento di un giacimento di idrocarburi fossili che durerà al massimo 12 anni, e con uno scarsissimo ritorno economico e occupazionale sul territorio.

“A noi risulta, tra l’altro, che in nessuna delle fasi principali dell’impianto sia previsto l’impiego delle migliori tecnologie disponibili (cosiddette BAT), definite dalla Commissione Europea nel documento del 2003 IPPC: ciò comporterà la necessità di realizzare un termodistruttore, alto 44 m, per bruciare gli scarti di raffinazione, con la conseguente immissione in atmosfera di sostanze dannose per l’ambiente, come CO2, NOx, SO2, e molto tossiche per l’uomo, quali l’idrogeno solforato (H2S). L’Italia dei Valori è contraria ad un progetto che a fronte di scarsi benefici esporrebbe il territorio e la sua popolazione a rischi elevatissimi”.

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