Rapino, Micucci: ‘No alla demonizzazione delle attività estrattive’

Rapino. “La cultura del no porta alla desertificazione del territorio. L’approccio demagogico solo apparentemente ambientalista ha già fatto troppi danni a questo paese, soprattutto al Sud.”.

 Il Sindaco di Rapino interviene sulla vicenda del sequestro di una cava nel territorio Rapino avvenuta giorni fa su esposto dell’Archeo Club di Pescara. “Bisogna fare molta attenzione ad alimentare una ingiustificata demonizzazione delle attività di cava, derivanti spesso da giudizi preconcetti, poichè si incide sulla economia delle aziende e delle famiglie di chi ci lavora, già provate da una crisi che ha colpito duramente un settore trainante come l’edilizia. L’attività estrattiva, e la filiera ad essa collegata, è sempre stata per questo territorio una risorsa economica importante. Generazioni di cittadini di Rapino e dei comuni limitrofi hanno trovato occupazione e reddito nel settore lapideo. Pertanto parlare di estrazione abusiva, per il mancato rispetto delle prescrizioni di progetto, non rappresenta la realtà effettiva essendo le cave lì da oltre cinquant’anni e ormai in fase di ultimazione.”

 Aggiunge il Primo cittadino – “Sicuramente non è facile rendere realmente compatibile l’esercizio dell’attività estrattiva con il rispetto del territorio, però questa è la vera sfida. Chiedere di fermare le attività delle cave, senza porsi minimamente il problema delle conseguenze, è davvero grave. In questo momento dieci famiglie, e presto seguiranno la loro sorte altre dieci, sono fortemente preoccupate per essere rimaste senza la loro unica fonte di reddito.”

 Micucci esprime preoccupazione anche per i risvolti economici della situazione – “Il Comune di Rapino, che dalle cave percepisce un ristoro economico importante, sarà costretto ad aumentare le tasse su cittadini, soprattutto anziani e con un reddito sotto la media, per continuare ad assicurare i servizi e soprattutto il presidio di un territorio. Inoltre i danni ambientali, se non vengono portati a termine i progetti di risanamento e ripristino, resteranno ferite aperte sul territorio. Il rispetto delle regole è fondamentale, ma altrettanto lo è avere delle regole chiare e precise. Non è possibile infatti pensare che ci sia un confine del parco che in maniera assolutamente anomala e incoerente, non segua un andamento lineare pari alle curve di livello, ma scenda improvvisamente a picco spaccando in due le cave preesistenti all’istituzione del parco stesso. Ritengo indispensabile rivedere il confine del parco, per permettere la realizzazione di un progetto di risanamento di quella porzione di territorio, da sempre vocata all’estrazione di un materiale indispensabile per l’economia della regione stessa. Non a caso la mia Amministrazione ha deciso di dotarsi di un nuovo piano regolatore, che individui in modo preciso dove è possibile esercitare, nel rispetto del quadro normativo, l’attività estrattiva, evitando il rilascio indiscriminato delle concessioni. Nei prossimi giorni – conclude il Sindaco – chiederò al Prefetto di Chieti la convocazione di un tavolo con gli attori istituzionali coinvolti, per affrontare quella che è una emergenza economica e sociale per il mio territorio e verificare quali possibilità ci sono per salvaguardare i posti di lavoro che rischiano di essere soppressi.”

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