Chieti, alienazione immobili Provincia, D’Amico (Pd): “politica strabica e distratta”

camillo_damicoChieti. Nella seduta dello scorso 15 settembre, il consiglio provinciale di Chieti ha approvato l’elenco di beni immobili da dismettere. Tutti gli atti sono passati con il solo voto favorevole della maggioranza di centro destra e quello contrario dei gruppi di centro sinistra.

“Il nuovo elenco di beni da dismettere” dichiara Camillo D’Amico, capogruppo del Pd di Chieti “non ci ha affatto convinti; gli stessi revisori dei conti, nel parere rimesso al consiglio, avanzavano forti perplessità e dubbi sia sulla reale stima dei beni, definito aleatorio, che sulla credibilità dell’elenco, perché frutto di una discutibile approssimazione in quanto manca un reale censimento ed una obiettiva valutazione di mercato. E’ l’ennesimo risultato di una politica da navigazione a vista, frutto di una preoccupante improvvisazione che sta pericolosamente bloccando ogni attività istituzionale dell’ente facendogli perdere credibilità ed autorevolezza nel territorio e tra i cittadini. La cosa più curiosa e raccapricciante” continua D’Amico “sta nel fatto che, tra i beni da dismettere, vi è anche la sede di via Arniense a Chieti quando, di recente, si è preso in affitto una a via Silvio Spaventa, con un costo di circa 11 euro a mq ed il metodo della trattativa privata, mentre a Vasto si è ricorso ad un pubblico bando offrendo poco più della metà e si mantiene ancora in locazione quella di piazza Valignani per un palese errore nella comunicazione della disdetta alla  proprietà”.

Secondo il capogruppo del Pd, si tratta di una politica “molto più strabica che miope, oltre che distratta e poco attenta a rendere virtuoso un processo di vendita dei beni patrimoniali dell’ente non più funzionali all’attività istituzionale, ma utili a rimettere in carreggiata una capacità di spesa diventata improvvisamente incontrollabile e verso la quale rilanciamo la necessità di una chiarezza non più rinviabile su tempi, finalità e responsabilità politiche e dirigenziali di quanto siano maturati debiti sconosciuti sino alla fine del mandato dell’amministrazione Coletti”.

 

 

 

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