Chieti, “la scuola che non c’è”: la denuncia del Pd

scuolaChieti. Qualche giorno fa il Partito Democratico provinciale aveva denunciato il “disastro dell’edilizia scolastica” in provincia di Chieti. Dopo il preside del Liceo Scientifico Masci, arriva la protesta della preside del liceo classico Vico, che ha deciso di spostare le lezioni in piazza piuttosto che lasciare i propri studenti in aule “anguste e fatiscenti”.

“Ancora una volta” scrivono in una nota la vicesegretaria provinciale del Pd Chiara Zappalorto e la responsabile scuola provinciale per il Pd Gianna Di Crescenzo “cala sui cittadini la scure dei tagli indiscriminati della Gelmini-Tremonti, camuffati dietro una riforma che abbassa la qualità dell’istruzione pubblica. Ancora una volta la Regione guidata da Gianni Chiodi dice no alla destinazione di fondi per la scuola, adducendo carenze di bilancio, ma reperendo risorse per consentire all’assessore regionale Febbo e al consigliere Prospero di viaggiare alla volta della Cina in business class. A questo si aggiunge un silenzio colpevole del presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, sempre più concentrato sul suo ruolo di coordinatore regionale dell’Udc, e del sindaco di Chieti Umberto Di Primio, troppo preso dalle beghe interne alla sua maggioranza per rendersi conto del collasso delle scuole del territorio teatino. Il Pd dopo essersi battutto per evitare la mannaia del federalismo fiscale da cui traggono beneficio solo le regioni virtuose del Nord, ha proposto l’utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate per intervenire sull’edilizia scolastica. Ma in Abruzzo e nella nostra provincia tutto è immobile, se non per l’iniziativa del gruppo consiliare Pd alla provincia, guidato da Camillo D’Amico, che ha elaborato un documento sul dimensionamento scolastico, basato sulle reali esigenze e vocazioni professionali del territorio, del segretario regionale Silvio Paolucci e del capogruppo alla Regione Camillo D’Alessandro che incalzano il governo regionale su un tema così importante. Ci appelliamo ancora una volta al presidente della Provincia chiedendogli di affrontare questa situazione, senza scadere nella demagogia dei debiti pregressi perché, se ci sono volontà e capacità una strada che consenta agli studenti di sentirsi sicuri nelle proprie aule,  va cercata e percorsa”.

 

 

 

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