Nuovo ospedale Chieti, Febbo a D’Alessandro: ‘Giustifica l’ingiustificabile’

Chieti. “L’ormai confermato “ventriloquo presidenziale” D’Alessandro dovrebbe sapere che a differenza sua leggo sempre attentamente carte e documenti prima di fare le mie considerazioni. La stessa attenzione che lui non riesce ad avere perché, probabilmente, essendo fuori dall’esecutivo regionale, non ha a disposizione elementi concreti”.

E’ la risposta del presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo alle dichiarazioni del coordinatore della maggioranza sul nuovo Ospedale di Chieti.

“Nel comunicato ufficiale della Regione Abruzzo – spiega Febbo – si legge testualmente: La Giunta regionale ha esaminato e validato il project-financing per realizzazione del nuovo ospedale di Chieti. Torno a ripetere che la Giunta regionale può solo esprimere la dichiarazione di pubblico interesse in quanto la validazione di un progetto spetta al RUP; una volta espressa la dichiarazione di pubblico interesse su un progetto preliminare avanzato da un promotore è necessario attuare una gara europea. Poi, stabilito l’aggiudicatario, verrà formulato il progetto esecutivo: tutti elementi che alimentano enormi perplessità sull’iter e sulla tempistica prospettata.

Ma questo a D’Alessandro probabilmente non interessa in quanto gli spot propagandistici sono molto più importanti del rispetto della normativa. Non contento, sulla sola validazione della fantomatica Delibera che stando alle sue dichiarazioni sarà approvata nel corso della prossima Giunta, tira fuori dal cilindro la patetica giustificazione dell’assenza di due assessori: allora perché deliberare lo stesso sul nuovo Direttore Generale della Asl dell’Aquila? Voglio ricordare all’ex sottosegretario che ci sono Delibere ben più importanti che in passato avevano fatto registrare assenze ancor più numerose e pesanti come quelle sul Bilancio di previsione: in quella seduta oltre al presidente D’Alfonso mancavano anche Gerosolimo e Di Matteo.

L’amara realtà – conclude Febbo – rispetto alla quale D’Alessandro non è in grado di trovare giustificazioni sensate, dice che la delibera sull’Ospedale di Chieti è ferma dal 2 febbraio, come confermato dalle mie richieste. Resto in trepidante attesa di leggere finalmente questo provvedimento in modo da poter valutare le conseguenze che la stessa produrrà sul sistema sanitario regionale.”

MARCOZZI “NESSUNA UTILITA’ PER LA SALUTE PUBBLICA, MA SOLO PER L’EDILIZIA PRIVATA”

“Qual è il ragionamento che porta una Giunta a costruire un nuovo ospedale mentre chiude reparti e declassa strutture già esistenti? Ci stanno proponendo una sanità del cemento dove la costruzione dell’edificio è in primo piano rispetto alla funzionalità e all’efficienza della struttura stessa”.
E’ questo il commento di Sara Marcozzi sulla notizia del project-financing per realizzare il nuovo ospedale di Chieti. Un’operazione da 450 milioni di euro.

“Se è vero che il Project financing non pesa sulle tasche dei cittadini è anche vero che tutti gli abruzzesi pagano con la diminuzione dei servizi sanitari questa operazione, che non ha un senso di reale utilità per la salute pubblica, ma forse lo ha per l’edilizia privata. Inoltre” aggiunge Sara Marcozzi “il Presidente definì questo ospedale posto sulla ‘Striscia di Gaza’ in modo da consentire ai pescaresi di vederlo pescarese e ai chietini di vederlo chietino, una abile e furba azione di propaganda territoriale, insomma, per far innamorare tutti del progetto che però, di fatto, non sarà utile né a Chieti né a Pescara”.

“Ci domandiamo, inoltre, quali siano gli attori coinvolti nel project-financing. Pare persista la presenza del Gruppo Maltauro, lo stesso gruppo tristemente noto alle cronache per lo scandalo EXPO’ per il quale l’amministratore fu arrestato. Parliamo ancora di Maltauro? Come è stato possibile, in un solo anno, passare da un progetto da 200 milioni a uno da 450? E’ questo che il Governo regionale auspica per i propri cittadini?”.

“Le strutture ci sono, quello che occorre sono strumentazione e ottimizzazione del personale che troppo spesso viene utilizzato in maniera inappropriata” conclude Sara Marcozzi “un governo regionale responsabile deve impegnarsi a far funzionare le strutture esistenti e a non chiudere i presidi di prossimità. Non occorre altro cemento per garantire a tutti i cittadini un servizio sanitario fruibile. Stanno chiudendo reparti e strutture, penso a Guardiagrele, Atessa e Lanciano per giustificare accentramento e nuove costruzioni, in danno dei pazienti che vengono trattati come pacchi postali!”.

Impostazioni privacy