Di Primio:’ Chieti Solidale ha bisogno di un nuovo direttore, di una gestione manageriale e di più garanzie per i lavoratori’

Chieti. “Fare pulizia nelle partecipate del Comune è diventata cosa non più differibile. La incapacità di alcuni e la incompetenza di altri rischia da una parte di procurare gravi danni all’utenza, dall’altra di far aggravare sempre più la situazione economica del Comune e, aspetto non secondario, di far passare tanti bravi lavoratori come responsabili delle incapacità di taluni” lo ha dichiarato il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio.

“Mentre la sinistra si affanna a difendere a tutto tondo Teate Servizi e Chieti Solidale, forse perché molti degli addetti di quelle strutture sono persone di loro conoscenza, la mia amministrazione deve difendere la Città da inefficienze che ci portano ad avere, parlando di TeateServizi, per esempio, differenze pari a -37% tra accertamenti di entrate tributarie e reale riscosso e differenze pari a -81% sull’extra tributario. Ma anche in Chieti Solidale la inadeguatezza e la scorrettezza di talune figure amministrative, che invece di pensare a far bene il proprio lavoro si arroccano su posizioni errate, non fanno altro che arrecare danno a categorie sensibili di cittadini, quali sono quelle che si rivolgono a ChietiSolidale e al personale dell’azienda costretto a vivere in costante incertezza. Certi zelanti dipendenti di ChietiSolidale dov’erano quando si rinnovavano irregolarmente contratti di lavoro a figli di dipendenti dell’azienda così da consentirgli di essere assunti a tempo indeterminato?”.

“Questa mattina – ha proseguito il Sindaco – mi hanno informano di una conferenza fatta dal PD per commentare le dimissioni del commissario e del direttore facente funzioni (veggenti questi di sinistra visto che sanno le cose prima che ufficialmente accadano! Infatti solo ora il Comune sta protocollando le lettere di dimissioni commentate dal PD in conferenza stampa).
Capisco la premura di costoro di difendere gente che loro hanno sistemato lì, ma voglio rassicurare i tutori politici e soprattutto i dipendenti che non c’è nulla da temere in tal senso. Il problema non è la conservazione dei posti di lavoro ma il cambio di passo che si rende necessario: il Comune non può più essere un erogatore di fondi per servizi inadeguati. Quanto ai dimissionari, voglio precisare che, alcuni giorni fa, il commissario mi aveva accennato della sua volontà di dimettersi, non potendo più conciliare il servizio reso gratuitamente alla città con i suoi impegni personali. Lo ringrazio per quello che ha fatto. Quanto al direttore facente funzioni, la buona educazione avrebbe richiesto almeno una telefonata al capo dell’amministrazione per informalo di detta scelta (per chiarire il direttore della Chieti Solidale viene nominato dal cda, in questo caso dal commissario, ed è un dipendente dell’azienda)”.

“Ciò che mi preme ribadire con forza – ha evidenziato il Sindaco – affinchè si dia una risposta a lavoratori ed utenti dell’Asm, (non certo al PD che una risposta l’ha avuta dai cittadini di Chieti con il voto di giugno), è che l’amministrazione non ha alcuna intenzione di smantellare l’azienda e di licenziare alcuno. Al nuovo presidente ed al nuovo CdA di Chieti Solidale, che nominerò entro la prossima settimana, chiederò con estrema chiarezza: 1) di accelerare l’iter per la individuazione del direttore dell’azienda, facendo cessare una fase troppo lunga di direttori f.f. non sempre adeguati per quel ruolo; 2) di predisporre un progetto di attività concreto della Chieti Solidale che guardi anche oltre il contributo del Comune. Non si può pensare più di gestirer una azienda solo con ciò che proviene dalle casse comunali attraverso il Piano di Zona o con gli incassi delle farmacie anch’esse bisognose di una bella ristrutturazione; 3) di avviare quella indispensabile revisione dei contratti per dare più garanzie ai lavoratori, ma anche per non esporre l’azienda a contenziosi. Insomma Chieti Solidale deve essere ristruttrata in considerazione della delicatezza dei servizi che rende abbandonando quella gestione pressappochista e poco manageriale che non ha consentito, fino ad oggi, ad una azienda dalle grandi potenzialità, di esprimersi pienamente a beneficio di utenti e lavoratori”.

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