Confcommercio lancia ‘Legalità mi piace! Impresa libera, la campagna di sensibilizzazione contro l’usura e ogni forma di illegalità

Chieti. Imprese in difficoltà economica, specie in questo momento di emergenza socio-economica post lockdown, con il pericolo di avvicinamenti e di pressioni da parte della criminalità organizzata.

Confcommercio scende in campo a difesa degli interessi della categoria con il progetto “Legalità mi piace: impresa libera” che ha l’obiettivo di offrire assistenza agli imprenditori vittime di pressioni illecite per diffondere la conoscenza dei loro diritti e degli strumenti legali per resistere a condotte lesive della propria libertà personale e di impresa, in qualsiasi contesto siano consumate. La tremenda crisi di liquidità che attanaglia gli imprenditori, oltre ad esporli maggiormente all’usura, determina una maggiore vulnerabilità al consumo eccessivo di alcol e psicofarmaci e al ricorso al gioco d’azzardo nel tentativo di riequilibrare il bilancio, comportando un profilo di rischio per la Salute molto più vasto e complesso.

Per contrastare questo rischio, in collaborazione con i Servizi per le Dipendenze della Asl Lanciano-Chieti e la rete interistituzionale “Non T’Azzarda’” e l’Associazione “Torna il Sorriso” sono state programmate attività di prevenzione per favorire l’accesso alle prestazioni di supporto educativo, psicologico, consulenze economico-finanziarie e legali sul sovraindebitamento. L’iniziativa parte da uno studio diffuso da Confcommercio nazionale su dati allarmanti da cui emerge che il 33% degli imprenditori dichiara che è fondamentale denunciare ma indica un’assenza di strategie rispetto alle pressioni criminali (non saprei cosa fare la risposta più frequente ricevuta). Conferma l’esistenza del rischio usura per le imprese, Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti.

“Il rischio è reale e siamo fortemente preoccupati anche perché, purtroppo, gli aiuti previsti dallo Stato non sono sufficienti e in qualche caso inesistenti o comunque risultano tardivi- spiega Tiberio- rispetto a quanto l’emergenza imporrebbe. La crisi economica ha già rivelato una vasta zona d’ombra dove rischia di insediarsi e rafforzarsi la criminalità attraverso l’usura, le estorsioni, il gioco illecito e le acquisizioni illegali a danno delle attività.”

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