Chieti, formazione per certificazione Halal: prodotti abruzzesi per islamici

halalChieti. Parte dall’Abruzzo un percorso di sensibilizzazione e formazione per conoscere gli aspetti tecnici utili ad ottenere la ‘certificazione Halal’, che garantisce la realizzazione di prodotti secondo i principi e i metodi di lavorazione conformi alla religione islamica, sono al centro del seminario promosso dall’Agenzia di sviluppo della Camera di Commercio di Chieti. 

L’incontro che si è svolto nella Camera di Commercio, è un’occasione per aprire il mercato locale verso le nuove mete commerciali dei Paesi islamici che costituiscono un mercato da 3mila miliardi l’anno, per una crescita pari al 15% annuo. 

In questa importante chiave di accesso al mercato globale ha creduto l’Agenzia di sviluppo di Chieti che da anni opera nel settore dell’internazionalizzazione e che da oggi avvia una serie di iniziative cin sinergia con l’Halal International Authority per aprire le imprese abruzzesi al mercato orientale. In particolare le imprese dei settori agroalimentare, cosmesi, cura del corpo, chimico-farmaceutico, sanità, assistenza, ristorazione –catering, alberghiero e ricettivo.

Attualmente sono già tre le aziende abruzzesi che stanno concludendo l’iter per ottenere la certificazione Halal: l’ha appena avuta la D’Orsogna dolciaria di San Vito Chietino, mentre stanno per riceverla il pastificio DeCecco di Fara San Martino e la Cinquina di Lanciano .

“L’importanza di questa giornata di divulgazione sulla certificazione Halal – dichiara la presidente dell’Agenzia di Sviluppo Letizia Scastiglia – nasce dalla constatazione che oltre 1.300.000 persone professano la religione islamica. Indubbi i vantaggi in termini di ricadute sociali che la certificazione Halal può offrire per l’integrazione delle diverse culture che da tempo convivono in Abruzzo: 74.939 sono i residenti stranieri residenti nell’intera regione di cui 17.726 nella sola provincia di Chieti. Molti di questi sono musulmani poiché provengono da regioni come Romania, Albania, Marocco, Cina, Macedonia ed ex Repubblica Jugoslava”.

Il mercato globale Halal comprende Indonesia (203milioni di musulmani, che costituiscono l’ 88% della popolazione globale), Pakistan (174 milioni di musulmani pari al 96% popolazione globale), India (160 milioni di musulmani pari al 13% della popolazione globale), i Paesi del Golfo, l’Arabia Saudita, l’UAE(Paesi degli Emirati Arabi uniti), il Kuwait, l’Oman, il Baharain e il Qatar .

“E se da un lato le cosiddette “primavere arabe” del Nord Africa e del Medio Oriente, hanno visto una caduta del nostro export – conclude la Presidente Scastiglia – dall’altro ci hanno ricordato come il Mediterraneo, da sempre crocevia di traffici e culla di civiltà, rappresenti una nuova frontiera per il nostro Paese proteso come un ponte tra l’Europa e l’Africa”.

 

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