Diminuisce ancora il credito alle imprese artigiane in provincia di Chieti

Chieti. Esaminato l’ andamento dei prestiti all’artigianato, da Settembre 2014 all’ultimo trimestre 2015, per Regione e Provincia, su dati resi disponibili da Artigiancassa e Banca D’Italia.

 In Provincia di Chieti si registrano 301 milioni di euro erogati alle imprese artigiane, con una flessione del -7,7% rispetto al 2014. Il dato è leggermente migliore rispetto alla flessione media riscontrata in Abruzzo che è dell’ 8,1% e coinvolge 1.006 imprese artigiane su un totale di 15.319 imprese che hanno ricevuto credito.

 Per le altre province abruzzesi si conferma la stessa tendenza: 274 mln di euro a Teramo (-11,4%), 232 mln a Pescara (-8,2%) e 199 mln a L’Aquila (-3,7%).

 Va meglio per i tassi di interesse applicati a Chieti dove, a Dicembre 2015, rispetto all’anno precedente, il tasso medio applicato si è attestato al 5,73% con una diminuzione di 1,23%. La Regione Abruzzo resta comunque tra le 8 regioni italiane con i tassi più alti, con il 6,44% (il tasso migliore, 4,46%, nel Trentino Alto Adige; il peggiore, 8,53%, in Calabria).

Per quanto riguarda, infine, i crediti deteriorati e sofferenze bancarie la provincia di Chieti ha un tasso di incidenza delle sofferenze sugli impieghi delle imprese pari al 25,5%. Il dato è decisamente peggiore rispetto alla tendenza regionale e nazionale: nell’ ultimo trimestre 2015 si sono registrate sofferenze bancarie per il 24,3% in Abruzzo e per il 13,4% in Italia.

“L’ accesso al credito rappresenta la linfa vitale per la sopravvivenza delle imprese. – commenta Francesco Angelozzi, Presidente Confartigianato Imprese Chieti – I dati riferiti alla nostra Provincia, purtroppo, continuano a non essere confortanti. La Regione continua a non dare risposte su una tematica così delicata. Nei prossimi giorni lanceremo un’ azione di supporto alle start-up abruzzesi, auspicando che il maggior numero di banche del territorio sposino l’ iniziativa per dare risposte concrete a chi, nonostante il momento difficile per la nostra economia, non vuole rassegnarsi”.

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