Gli studenti dell’IPSSAR di Villa Santa Maria a Roma per il ‘pranzo dell’amicizia’ dedicato ai senzatetto

Villa Santa Maria. Una bellissima iniziativa ha visto come protagonisti lo scorso fine settimana i ragazzi dell’IPSSAR G. Marchitelli di Villa Santa Maria che hanno partecipato al progetto “Il pranzo dell’amicizia”, collaborando con la parrocchia di San Romano Martire, a Roma, in zona Tiburtina. I piccoli chef, assieme ai professionisti di Sala e Vendita, si sono presi cura di 50 senzatetto, tra poveri, immigrati e anziani, preparando, con la passione che li contraddistingue, un pranzo gourmet, reso ancor più speciale dall’ingrediente segreto dell’altruismo.

 Il menu è stato composto da un tris all’italiana e pallotte “cacio e ove” per antipasto, rintrocilo d’Abruzzo al ragù come primo, spezzatino di carni miste per secondo piatto e infine un cremosissimo tiramisù a base di pandoro. Attenzione al dettaglio è stata dimostrata anche nella presentazione delle pietanze, nell’eleganza del servizio e nell’allestimento dei tavoli, tutti a tema San Valentino. Nulla è stato lasciato al caso, come da tradizione.

 Gli alunni hanno accolto col sorriso tutti coloro che non sempre possono godere di un gesto di gentilezza, si sono concessi senza freni, senza mai avvertire la stanchezza, nonostante la difficoltà del compito loro affidato. Con il supporto dei docenti Marco Iezzi, Maria Luisa Iaforte e Martina Carminetti hanno vissuto un’esperienza che non dimenticheranno facilmente, stringendo legami che rimarranno nel tempo.

 Corrado Festa, Enio Cesarini, Nicolò De Marco, Valeria Malvone, Elisa Dell’Orefice e Marco Gulotta: questi i nomi degli studenti volontari che hanno vissuto l’esperienza il 24 e 25 gennaio scorso.

 “Non è stato semplice osservare la povertà, la malattia, il degrado, l’ingiustizia, la solitudine – si legge da una nota dell’istituto che commenta l’iniziativa – non è stato piacevole vedere una bambina giocare con una pallina di carta, sotto un ponte, al gelo della notte. Ci si sente sbagliati ad avere dinanzi a chi non ha. Eppure i ragazzi non hanno ceduto al facile errore della compassione, hanno continuato a sorridere, con il cuore in gola, hanno voluto conoscere gli sconosciuti, vedere gli invisibili. Al cospetto di certe realtà bisogna riconsiderare la propria, occorre ridimensionare i problemi di ogni giorno, in particolare è necessario rivalutare le fortune che ognuno trascura nel quotidiano”.

 “In un mondo governato dalla sopraffazione e dal predominio del più forte – continua la nota – che insegna alle nuove generazioni che per dare bisogna prima aver ricevuto, la scuola, ancora una volta, ha voluto mostrare il valore del donarsi gratuitamente, la ricchezza insita nell’amore incondizionato. L’obiettivo è sempre il medesimo: crescere persone migliori, per poter sperare in un futuro alla loro altezza”.

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