Cupello, l’Università delle Tre Età omaggia don Lorenzo Milani

Cupello. A cinquant’anni dalla scomparsa di don Lorenzo Milani, l’Università delle Tre Età di Cupello ha voluto rendere omaggio ad una delle figure più significative e controverse del ‘900 italiano. Prete, insegnante, educatore: un uomo diverso, povero tra i poveri, capace di parlare molto lontano a tanti cuori e altrettante coscienze.

 Ai suoi allievi si è dedicato come solo un maestro, un fratello, un padre sa fare. Ha educato i suoi ragazzi a stare con la classe degli ultimi, a non dimenticare l’umanità bisognosa, a tenere a bada l’egoismo e a studiare con e per gli altri, “Perché non si tratta di produrre una nuova classe dirigente, ma una massa cosciente”, diceva.

 Don Lorenzo Milani non è soltanto un prete è anche un educatore, uno scrittore, un profeta. È tante cose, difficile cancellarlo. È stato anche un grande italiano capace di riempire un vuoto etico, non solo dei suoi tempi ma anche dei nostri tempi. Don Lorenzo, oggi, è forse più necessario che mai, vista la fragilità interiore profonda che molti di noi vivono.

 Voleva una scuola che favorisse le esperienze conoscitive, l’esperienza di conoscenza, quindi non trasmettere un contenuto da una parte all’altra, ma vivere insieme ai proprio studenti, portare i ragazzi dentro il mondo, farli uscire dalla povertà espressiva che lui aveva visto come uno scandalo a Barbiana; prendeva per mano questi ragazzi e poi li consegnava al mondo.

 In L’uomo del futuro, uscito nel 2017, Eraldo Affinati ha cercato lo spirito di Don Lorenzo Milani prima ancora che il suo metodo, ha cercato lo stile e lo ha trovato a Città del Messico incrociando un educatore messicano, lo ha trovato a Benares in India parlando con una suora di Madre Teresa di Calcutta. Ecco, in molti di questi educatori isolati, di questi maestri di frontiera, Affinati ha ritrovato lo spirito di Don Lorenzo Milani, che significa guardare negli occhi i propri studenti guardare negli occhi dell’altro, assumersi la responsabilità dello sguardo altrui, significa fare davvero l’insegnante ma in modo autentico profondo a prescindere dai metodi che si possono usare; il tempo scuola uguale il tempo vita.

 In un’intervista Affinati dice: «Quello che mi rimane di Lorenzo è il prezzo che lui ha pagato per diventare ciò che è; è stato sacrificato qualcosa, ha fatto una scelta profonda, ha tagliato anche i rami fioriti che erano presenti in lui, non soltanto i rami secchi, è proprio questo elemento di scelta resta di Don Lorenzo. Quello che molti adulti oggi ancora non fanno. Giocare significa veramente incarnare il limite che l’allievo non deve superare, essere amico, sì, ma anche maestro e questo doppio aspetto ti mette a rischio come educatore. Lorenzo in questo è stato preveggente, ha capito tante cose con le quali noi ancora oggi siamo a contatto. Da Barbiana, “penitenziario ecclesiastico”, in uno sperduto borgo dell’Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci».

 Tra Cupello e Vasto, tre giorni di conferenze, incontri e seminari con la presenza di Paolo Landi allievo di don Milani a Barbiana.
Si inizia a Cupello Giovedì 12 Aprile con la Conferenza aperta al pubblico presso “Il Pino”, ore 18:00. Venerdì 13 alle 10:30 ci sarà l’incontro con gli alunni di Cupello e Monteodorisio. Sempre Venerdì alle 16:30 il Seminario formativo per docenti (partecipazione gratuita previa iscrizione a unitrecupello@gmail.com) presso la “Giuseppe Peluzzo” in Via Stirling a Vasto. Si termina Sabato 14 con l’incontro degli alunni della Nuovo Direzione Didattica alle ore 10:30.

Interverranno i dirigenti scolastici Marina Gigante, Concetta delle Donne e Gaetano Fuiano, il parroco di Cupello don Nicola Florio, il sindaco di Cupello Manuele Marcovecchio, il sindaco di Vasto Francesco Menna e l’assessore all’istruzione Anna Bosco.

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