Francavilla, ultima lezione per la Ule: bilancio positivo

Francavilla al Mare. Si chiude martedì 24 maggio, alle 16.30, presso il Museo Michetti di Francavilla al Mare, la Ventunesima edizione dell’Università della Libera età di Francavilla al Mare.

 Il coordinatore, Massimo Pasqualone, traccia un bilancio più che positivo: “un anno straordinario per le presenze qualificanti di artisti, poeti, relatori, musicisti, che hanno portato tanto pubblico ogni martedì al Museo Michetti. Inoltre, l’abbinamento con Mumart, da un’idea di Sandro Lucio Giardinelli, ha portato, attraverso dei laboratori di arte contemporanea, uno sguardo sui linguaggi più rappresentativi ed originali dell’arte italiana, con artisti provenienti da tutte le regioni. uno splendido viaggio in Sicilia, incontri conviviali e momenti dedicati al folklore, hanno fatto da cornice agli oltre quaranta incontri.

 La chiusura sarà dedicata alla poesia di Michela Tombi, poetessa pesarese che negli ultimi anni ha ottenuto vari riconoscimenti in premi letterari, si caratterizza per la soavità dei contenuti e la descrizione attenta del suo mondo personale e ambientale. Il linguaggio, sempre sostenuto da introspezioni molto profonde, sembra manifestare una certa allergia nei confronti delle forme retoriche che spesso, banalmente e smodatamente, vengono impiegate in poesia con lo scopo unico di impressionare il lettore o di sviarlo da una più diretta interpretazione e all’arte di Deborah Coli, che chiude Mumart con una significativa antologica curata dallo stesso Pasqualone, che, nel catalogo realizzato per l’occasione, scrive: “Deborah Coli, attraverso la sua preziosa ricerca artistica, mostra emozioni cromatiche e simboli legati alla corporeità che accendono nel fruitore dell’opera sua la capacità di ripercorrere quel cammino, fatto di visioni al femminile e di previsioni, con una idea ancora tutta classica di bellezza, che fa dell’opera d’arte uno strumento di evocazione e non di provocazione.

 È certo che il soggetto preferito dall’artista di Pesaro ha una funzione decisamente simbolica, come emblema della vita, della bellezza, finanche dell’eternità, perché: “Bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l’eternità, e noi siamo lo specchio”, ci dice Gibran, la bellezza dell’eternità e l’eternità del bello, che vive tra la felicità dell’attimo ed il dolore del tutto.

 C’è, in talune opere, persino un senso di malinconia, forse anche per il trascorrere del tempo, in quanto “A volte siamo preda di una sensazione di tristezza che non riusciamo a controllare. Intuiamo che l’istante magico di quel giorno è passato e noi non abbiamo fatto niente. Allora la vita nasconde la sua magia e la sua arte.”, sottolinea Paulo Coelho.”

 E per finire, uno straordinario concerto di arie napoletane, curato dal maestro Vincenzo De Ritis.

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