SOA: ‘Scandalo del Laio, bonifiche alle calende greche. E nell’Aventino ARTA trova il cadmio’

Pescara. La Regione Abruzzo agli inizi di novembre 2019 ha sollecitato il comune di Guardiagrele, dopo averlo commissariato ad Aprile (nominando il sindaco come Commissario ad Acta) per avere informazioni sulla vergognosa vicenda delle discariche Brugniti e Colle Barone mai bonificate e messe in sicurezza e crollate in larga parte nell’alveo del torrente Laio, affluente del fiume Aventino, che trasporta a valle rifiuti da decenni.

“Per chi non conoscesse la zona – si legge in una nota della Stazione Ornitologica Abruzzese – è bene evidenziare che la vallata del Laio è situata a meno di 1 km. dai confini del Parco Nazionale della Majella ed a ridosso di importanti aziende agricole biologiche in un area caratterizzata dalla presenza di specie di uccelli di enorme interesse ornitologico e tutelate da Direttive Comunitarie come il Nibbio reale.

Le acque del Laio confluiscono inoltre nel fiume Aventino poco più a monte della Riserva Naturale WWF del Lago di Serranella creata e nota proprio per la presenza di numerose specie di uccelli ed anche della rarissima Lontra.

Ricordiamo che il Comune ha contezza almeno dal 2012, anno della caratterizzazione, della gravissima situazione ambientale con plurimi contaminanti pericolosi oltre i limiti di legge. Dal 2016 vi è anche l’analisi di rischio che ha confermato una condizione di rischio non accettabile. Nonostante ciò quasi nulla è accaduto e la Regione Abruzzo già il 25/05/2017 ribadiva le criticità relative alla mancanza di Messa in Sicurezza di Emergenza per la falda e al mancato deposito del progetto di bonifica, imponendo il termine del 31/08/2017.

Nulla è accaduto fino a pochi giorni dopo l’accesso agli atti inviato dalla Stazione Ornitologica Abruzzese il 22 agosto 2018. Guarda caso la Regione il 31 agosto 2018 ha diffidato il comune a provvedere, assegnando due mesi dopo ben 2 milioni di euro del Masteplan e convocando una riunione tecnica il 27 dicembre 2018 per definire il da farsi, incontro a cui ha potuto partecipare anche la SOA e in cui è stata ribadita l’estrema urgenza degli interventi di messa in sicurezza in attesa del progetto di bonifica.

Ad Aprile 2019, dopo altri 4 mesi, la Regione ha quindi commissariato il Comune di Guardiagrele per cercare di velocizzare le pratiche (ricordiamo che la legge prevede la messa in sicurezza entro le 24 ore!) ma dal Comune è arrivata nel frattempo solo una rendicontazione per 25.330 euro per la rimozione di alcuni e pochi rifiuti affioranti.

Pertanto il 5 novembre 2019 il dirigente della Regione Gerardini ha scritto al Sindaco di Guardiagrele in qualità di Commissario ad acta chiedendo lumi sullo stato di avanzamento del procedimento e dando 30 giorni di tempo per una risposta.

Il Sindaco ha risposto il 15/11/2019 con una nota che per i contenuti come associazione giudichiamo assolutamente inaccettabile visto che:

1)si comunica che solo il 28 agosto 2019, praticamente a due anni dal primo termine concesso dalla Regione per la trasmissione di un progetto e a 10 mesi dall’assegnazione dei fondi del Masterplan, è stato nominato un Responsabile Unico del Procedimento (RUP) nella persona dell’Architetto Rosaria Brandimarte, che già si sapeva essere responsabile del servizio fino al…31 agosto, cioè 3 giorni dopo. Un RUP durato 3 giorni!;

2)Ci sono volute quindi altre tre settimane solo per nominare un nuovo RUP, cosa avvenuta il 19 settembre;

3)Il 3 ottobre è stato quindi affidato un incarico ad un tecnico esterno per la redazione di un “progetto di fattibilità tecnico-economica di bonifica/M.I.S.P (messa in sicurezza permanente, ndr)”

4)Viene impiegato quindi oltre un mese ulteriore per sottoscrivere la lettera di incarico che viene firmata solo l’8 novembre, dopo la ricezione dell’ennesimo sollecito della Regione. La lettera prevede la riconsegna del progetto di fattibilità entro 30 giorni.

Da questa corrispondenza emerge quindi che:

a)non sono comunicati interventi di messa in sicurezza d’emergenza della falda contaminata, obbligatori per legge;

b)è passato un anno solo per dare un incarico per la redazione di un progetto di fattibilità (ben diverso da un più complesso progetto esecutivo) che non ancora è consegnato!

Ci chiediamo, di questo passo, quanto tempo impiegheranno per arrivare ad un progetto esecutivo di bonifica/messa in sicurezza permanente ed all’avvio e completamento dei lavori.

Nel frattempo siamo venuti a conoscenza di un’altra tegola caduta sul territorio del versante orientale della Majella, in quanto nel 2017 (ma lo si scopre solo ora in seguito ad un recente accesso agli atti della SOA), l’ARTA ha trovato nel fiume Aventino il Cadmio oltre i limiti di legge dello Standard di Qualità Ambientale, con conseguente classificazione nella categoria “NON BUONO” dello stato chimico delle acque. Non sappiamo l’origine di questa contaminazione ma se ci vogliono anni solo per avere un progetto di fattibilità figuriamoci quando potrà avvenire il risanamento di un territorio pesantemente degradato”.

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