Rapino, il Tribunale del Lavoro reintegra dipendente licenziato

Rapino. Assisteva comunque la madre disabile, pertanto anche se il Giudice riconosce che il dipendente pubblico in alcuni orari andava a lavorare come cuoco nel locale del figlio, non poteva essere adottato dalla Commissione Disciplinare il provvedimento espulsivo del licenziamento.

 Sulla vicenda restano aperte ancora le inchieste penali della Procura della Repubblica, presso la quale il dipendente L.M risulta abbia chiesto il rito abbreviato, e quelle per danno erariale della Corte dei Conti dell’Aquila.

 “Una decisione che non ci cambia nulla, perché il dipendente deve rientrare con il ruolo di operaio, sicuramente utile all’operatività del Comune e non ci saranno aumenti di spesa, visto i pensionamenti entro il mese prossimo di ben altri due dipendenti – commenta il Sindaco Micucci –. Per quanto riguarda le indennità risarcitorie decise dal Giudice, si tratta delle retribuzioni mensili che comunque il dipendente avrebbe percepito non lavorando, essendo in concedo straordinario. Faremo opposizione naturalmente in ogni grado di giudizio, Corte di Appello e Cassazione, perché certi che l’operato della Commissione possa essere valutato in maniera diversa, visto gli orientamenti molto più rigorosi sull’utilizzo da parte dei dipendenti pubblici dei benefici della legge 104. Sembra abbastanza paradossale – sottolinea però il Sindaco – che se pur la giurisprudenza citata nella stessa ordinanza abbia ormai definito in maniera consolidata che il dipendete debba prestare “un intervento assistenziale di carattere permanente, continuativo e globale”, nei confronti del parente con handicap, in questo caso si sia deciso che bastasse dedicare alcune ore di assistenza, che poi si potesse andare tranquillamente a lavorare, pur essendo un dipendete pubblico, come cuoco da altra parte. Viene spontaneo chiedere perché allora usufruire a spese dei cittadini del congedo straordinario per ben 650 giorni? Ma le sentenze si applicano, consapevoli però che possono essere revisionate negli altri gradi di giudizio cui ricorreremo. Inoltre attendiamo con serenità anche i pronunciamenti degli altri giudizi in corso, penale e corte dei conti, che potrebbero avere ben altre conseguenze.”

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