Ospedale di Ortona ed emergenza Covid, Cgil: ‘No allo smantellamento delle cure senologiche’

Chieti. “Questa Organizzazione, pur nella consapevolezza dell’attuale emergenza che mette a dura prova, anche nella nostra Regione, il Servizio sanitario pubblico e della necessità di individuare strutture dedicate alla cura dei pazienti d COVID-19, deplora l’infelice scelta di individuare quale Ospedale dedicato il Presidio di Ortona”.

Si legge così in una nota della Cgil, che prosegue: “Abbiamo letto di autorevoli prese di posizioni nel merito e non possiamo che concordare con chi grida allo scippo di una struttura di eccellenza per le cure oncologiche e che a oggi è centro di riferimento per le donne dell’intera regione.

La cura non può essere peggiore della malattia! L’individuazione di strutture emergenziali non può significare lo smantellamento di quanto di buono, per la salute delle donne, è stato fatto negli anni.

E’ stata inaccettabile la scelta, di circa un anno fa, di depotenziare drasticamente l’attività di chirurgia ginecologica ed oggi ci si spinge oltre condannando alla chiusura nel Presidio di Ortona la chirurgia senologica unico Breast Centre certificato EUSOMA in Abruzzo.

E’ evidente infatti che non possono condividere gli stessi ambiti pazienti altamente contagiosi e donne immunologicamente depresse per cure in corso di chemio e radioterapia. Le donne abruzzesi non meritano una scelta poco accorta come questa.

Riteniamo che ciò che serve è una struttura atta a superare l’attuale stato emergenziale e le previsioni del Decreto Legge del 17 marzo 2020 all’art.4 consentono di acquisire strutture pubbliche e/o private per tale scopo. Quindi perché non utilizzare per l’emergenza strutture sanitarie private presenti nel territorio che dispongono di terapia intensiva e sale operatorie in alcuni casi ormai inutilizzati? Con interventi minimi e preservando l’operatività dei presidi ospedalieri pubblici sarebbe possibile approntare una struttura dedicata ai paziento COVID 19 e contemporaneamente continuare a rispondere agli odierni e futuri dei bisogni di salute dei cittadini e nel caso che qui interessa delle donne. In tal modo non ci ritroveremo, al termine dell’attuale emergenza, a far i conti anche con ulteriori scippi ed alla perdita di presidi di eccellenza del servizio sanitario pubblico abruzzese.

Abbiamo chiesto quindi che, invece di assistere a stucchevoli polemiche legate esclusivamente alla collocazione geografica di tali presidi emergenziali con prese di posizione poco edificanti per tutti, ci sia l’intervento autorevole del Prefetto e della Regione Abruzzo che in questo caso sono chiamati a assumere decisioni nel rispetto dei bisogni dell’intera cittadinanza e delle donne”.

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