Chieti, test d’ingresso: Consiglio di Stato rigetta il ricorso dell’Università

Chieti. Il Consiglio di Stato dà pienamente ragione al Tar di Pescara e rigetta l’appello cautelare proposto congiuntamente dal ministero dell’Istruzione e dall’Università D’Annunzio di Chieti, così ponendo un punto fermo nella tormentata vicenda di un giovane studente transitato da Scienze Motorie al Corso di laurea in Fisioterapia senza aver acquisito l’idoneità al test di ingresso.

 

I giudici di Palazzo Spada hanno, infatti, pienamente legittimato l’interpretazione del Tar di Pescara. Secondo i togati della seconda sezione del tribunale amministrativo abruzzese, lo studente di Chieti aveva il diritto a veder valorizzata la sua pregressa carriera senza dover sostenere il test, perché in presenza di posti vacanti.

L’ordinanza del Tar pescarese si presentava da subito particolarmente interessante, in quanto assumeva due profili inediti: il primo relativo al fatto che “la segreteria studenti – dichiarava il Collegio giudicante – appare incompetente (in favore del Consiglio del corso) al pieno esame della domanda del ricorrente, che mira anche al riconoscimento di alcuni crediti formativi in conseguenza del passaggio tra corsi di studi diversi”; il secondo perché la pronuncia si spingeva oltre il mero riconoscimento del diritto ad occupare posti vacanti, stabilendo che “l’Università non pare legittimata a eliminare tutti i posti riservati al passaggio da altri corsi, dando assoluta prevalenza allo scorrimento della graduatoria del test di accesso, che è solo uno dei possibili canali di ingresso al corso di studi”.

Lo studente, sia davanti al Tar sia al Consiglio di Stato, era assistito dagli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, del foro di Avezzano, che da anni si dedicano a questo genere di contenziosi.

La vicenda ha contribuito non poco ad alimentare il già acceso dibattito sull’utilità dell’accesso programmato ai corsi di laurea afferenti alle professioni sanitarie, acquisendo da subito i contorni di un caso nazionale, come documentato anche dalla partecipazione al giudizio di appello dell’Associazione Italiana dei Fisioterapisti, che si è costituita nella fase di appello, con l’avvocato Lorenzo Lamberti, per sostenere le ragioni dell’università e riaffermare la necessità del superamento del test per l’ammissione ai corsi di Fisioterapia.

La notizia del rigetto da parte del Consiglio di Stato schiude ora uno scenario del tutto diverso e favorevole allo studente nella direzione di stabilizzare gli effetti dell’ordinanza del Tar. Spiega tale passaggio l’avvocato Salvatore Braghini, il quale, pur ammettendo che “la riserva continuerà fino al novembre 2019, quando si terrà l’udienza per la trattazione del merito”, osserva altresì che “l’orientamento delle due sezioni del Tar regionale abruzzese (L’Aquila e Pescara) sembra essere ormai più che consolidato nel favorire il transito ai corsi ad accesso programmato in presenza di posti non assegnati agli studenti stranieri”.

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