Chieti, tenta il suicidio in carcere e poi cerca di evadere

Chieti. Un tentativo di suicidio e uno di evasione: caos venerdì notte nel carcere di Chieti.

Nella casa circondariale di Madonna del freddo a Chieti, venerdì notte, un detenuto abruzzese 40enne ha cercato di suicidarsi legandosi una corda rudimentale al collo: prontamente salvato dagli agenti in servizio è stato condotto in emergenza al pronto soccorso di Chieti per le cure del caso.

A riferirlo è il Segretario Generale Regionale UIL-PA Polizia Penitenziaria Abruzzo Ruggiero Di Giovanni, che aggiunge altri dettagli sulla situazione d’emergenza del penitenziario: “Durante la mattina, mentre il detenuto era ancora piantonato in una stanzetta del pronto soccorso, ha aggredito la Polizia Penitenziaria presente in quello che evidentemente dovrà essere classificato come tentativo di evasione, i Poliziotti sono riusciti ad evitare il peggio ed il personale sanitario è dovuto intervenire con dei farmaci per calmare il paziente”.

“Ancora una volta”, commenta Di Giovanni, “dobbiamo elogiare la professionalità della Polizia Penitenziaria che è riuscita ad evitare il peggio anche in condizioni sfavorevoli, tra l’altro il Poliziotto intervenuto ha poi dovuto attendere l’arrivo dei rinforzi per farsi medicare ed ha avuto una prognosi di 3 giorni, ma non possiamo sperare che ci vada sempre bene. La Polizia Penitenziaria deve essere messa in grado di lavorare con la necessaria sicurezza al pari di tutti i lavoratori, siamo certi che una
camera di sicurezza ben avrebbe potuto evitare l’aggressione ed il tentativo di evasione. Ci chiediamo a chi sarebbero state accollate le colpe qualora il detenuto fosse riuscito a fuggire, e se si fosse impossessato dell’arma di ordinanza del poliziotto?

“L’Amministrazione Penitenziaria e la Sanità Regionale nonché quella Locale, nel corso degli anni, sembrano aver dimenticato tutti i detenuti che giornalmente sono ricoverati, per periodi più o meno lunghi, nei reparti ospedalieri abruzzesi e che questi ricoveri avvengono praticamente sempre in corsia e in mezzo agli altri pazienti, creando una situazione potenzialmente pericolosa senza tralasciare un certo disagio per pazienti, poliziotti e detenuti; addirittura vi sono camere di sicurezza
ultimate e mai messe a disposizione della Polizia Penitenziaria, vedasi il caso Sulmona, o interi reparti ospedalieri sottoutilizzati, vedasi l’ospedale di Pescara e diversi nosocomi privi delle camere di sicurezza, indispensabili strumenti per garantire le cure ai detenuti e la sicurezza del territorio”, incalza il sindacalista, che conclude, “Nei prossimi giorni ultimeremo la ricognizione di tutti gli istituti della regione e presenteremo all’Assessore Regionale alla Sanità una richiesta di intervento a sostegno della messa a disposizione di idonee camere di sicurezza in tutti gli ospedali della regione interessati dai ricoveri
di detenuti”.

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