Chieti, nell’ufficio postale di via Pescara 19 donne su 23 dipendenti

Chieti. Nell’ufficio postale di via Pescara (Chieti Stazione) su un totale di 23 dipendenti le donne sono 19. Rappresentanza femminile dunque all’83%, tra le più alte a livello provinciale e regionale.

A livello locale, la provincia teatina divide con Pescara il primato di “provincia più rosa” d’Abruzzo: la percentuale delle donne impiegate nei 140 uffici postali del territorio è infatti del 70%, mentre su scala regionale la media si ferma al 68% su un totale di 470. Nella provincia sono invece 5 gli “uffici rosa”, ovvero composti da personale interamente femminile: Paglieta, Tricalle, Castelfrentano, Francavilla 1 (via Adriatica Sud) e Fara San Martino.

Buoni anche i numeri provenienti dal fronte recapito, dove in Abruzzo le donne rappresentano il 58% della forza lavoro. Tra i portalettere, a Chieti e provincia la rappresentanza si attesta al 56%: è il secondo piazzamento dietro Teramo che guida con il 62%. Primato assoluto per Casoli con l’80% di popolazione femminile. Tra i centri di distribuzione più grandi della provincia, guida Lanciano con il 59% di donne; poi Chieti e Vasto con il 54%.

Dati che confermano l’impegno di Poste che, in oltre 150 anni di storia, ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del lavoro femminile in Italia: la prima donna è stata assunta nel 1863. Dattilografe e telegrafiste, le impiegate si dimostrano subito ottime lavoratrici: serie, veloci, instancabili ed organizzate. Nel 1881 le donne impiegate sono più di 500, ma il numero è destinato a crescere. Nel 1901 sono più di 3.000 e dieci anni dopo superano quota 8.000. Oggi, le donne del Gruppo sono circa il 55% della popolazione aziendale, e rendono Poste Italiane una delle aziende “più rosa” del nostro Paese, con un’importante presenza femminile anche ai vertici.

L’elevata presenza femminile in Azienda è resa possibile grazie anche ad attente politiche aziendali sulle pari opportunità. Poste Italiane, tra le tante misure in atto, tutela la maternità garantendo alle lavoratrici un trattamento economico di miglior favore rispetto a quello previsto dalla legge, mettendo inoltre in atto iniziative che hanno l’obiettivo di trasformare l’esperienza di genitorialità in un momento di crescita anche professionale.

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