Chieti, finiscono al pronto soccorso dopo la cena nel ristorante etnico

Chieti. Quattro casi di presunta intossicazione alimentare nel ristorante etnico. I Carabinieri del NAS di Pescara, in collaborazione con personale dell’ASL di Chieti, hanno ispezionato un ristorante etnico, a seguito della segnalazione di 4 episodi di presunta tossinfezione alimentare, per dei pazienti che erano finiti nel pronto soccorso teatino.

 

I militari e il personale del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL, hanno documentato gravi carenze igienico sanitarie e strutturali nei locali deputati alla preparazione dei pasti e sulle attrezzature e piani di lavoro, oltre a rilevanti carenze documentali in tema di autocontrollo aziendale e procedure di rintracciabilità degli alimenti, per i quali è al vaglio l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività.

Il ristoratore, inoltre, è stato sanzionato per non aver notificato, all’autorità competente, l’attività di produzione di prodotti ittici destinati ad essere consumati crudi, quali sushi e sashimi. Alcune decine di chilogrammi tra prodotti alimentari lavorati e materie prime ittiche, sottoposti a trattamento termico e detenute in assenza di informazioni sulla loro rintracciabilità, sono state vincolate e avviate alla distruzione.

 

Nei giorni scorsi i NAS hanno segnalato all’Autorità Sanitaria il responsabile di un altro ristorante etnico di Pescara, per aver omesso di notificare all’Asl, la procedura di bonifica dei prodotti ittici destinati ad essere consumati crudi. Alcune decine di chili di prodotti lavorati in assenza di procedure codificate, sono stati vincolati e avviati alla distruzione.

In Provincia de L’Aquila, inoltre, i militari e il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL, hanno sospeso l’attività di un ristorante etnico i cui ambienti di lavorazione sono stati giudicati in pessime condizioni igienico sanitarie. Questi controlli seguono le attività ispettive eseguite dai Carabinieri del NAS di Pescara nella galassia del commercio e della ristorazione etica che, nei mesi scorsi, ha portato alla chiusura di 2 imprese alimentari e al sequestro di oltre 380 kg di prodotti alimentari, di origine animale e vegetale che, per modalità di lavorazione, produzione e detenzione avrebbero potuto costituire un pericolo per la salute pubblica.

 

 

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