Cheti, aggredisce il trans dopo il festino: giovane professionista in carcere

Un mix di vodka e cocaina sfociato in violenza in quella che doveva essere una nottata di sesso con transessuali, tre quelli contattati attraverso un sito di incontri, e pagati fra 250 e 500 euro per le loro prestazioni.

 

È in questo contesto che nella notte fra sabato e domenica scorsi è maturata a Chieti Scalo, all’interno di una mansarda, l’aggressione a colpi di coltello e percosse, fino a rompergli setto nasale e orbita, nei confronti di un transessuale colombiano finito in ospedale con una prognosi di 40 giorni; l’aggressore, un 29enne di Casalincontrada, è  stato arrestato  dai carabinieri, con l’accusa di tentato omicidio, mentre si continua a vagliare la posizione di un giovane di Chieti, che era con il 29enne, ma che non avrebbe partecipato ai rapporti sessuali né all’aggressione.

 

 

Il fatto è stato ricostruito nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso il comando provinciale dei carabinieri di Chieti dal tenente colonnello Vittorio Bartemucci, comandante del reparto operativo, e dal maggiore Pierluigi Capparè, che comanda temporaneamente la Compagnia di Chieti ed responsabile dell’Ufficio Comando.

La situazione è degenerata intorno alle 3, quando il transessuale che poi verrà ferito si riveste per andare via poiché ha notato che i suoi partner occasionali, causa l’assunzione di alcool e droga, sono diventati violenti.

 

 

La colluttazione, secondo quanto ricostruito, scoppia fra il trans e il 29enne mentre l’altro ragazzo interviene per riportare la calma, ma invano. La situazione precipita al punto che il 29enne prende dalla cucina un coltello di ceramica con una lama del 20 centimetri e colpisce il colombiano, raggiungendolo fra l’altro sotto la mandibola: questi, fortunosamente, dopo essere stato già bloccato una volta, riesce a lasciare l’appartamento gettandosi lungo le scale. Poi sanguinante, sale su un autobus per cercare di tornare a Montesilvano, dove abita, ma le sue più che precarie condizioni fisiche non sfuggono all’autista che nota subito le macchie di sangue lasciate sul mezzo ed avverte i carabinieri.

 

Portato in ospedale il ferito, i carabinieri avviano le indagini partendo da un numero civico poiché altra indicazione il ferito non è riuscito a dare. Nel frattempo il 29enne e l’amico si sono recati a casa di quest’ultimo: nel bagno, vengono lasciati il coltello e gli abiti sporchi di sangue. Una volta individuati i due raccontano cosa è successo quella notte ammettendo la presenza del transessuale.

Qualcuno nel frattempo ha visto che il padre del 29enne, messo al corrente di ciò che è accaduto, ha lavato le scale dell’edificio: dall’uomo, la cui posizione è pure al vaglio degli inquirenti per una eventuale ipotesi di favoreggiamento, arriva la conferma che è stato il figlio a utilizzare la mansarda quella notte. Ora si attende la fissazione dell’udienza di convalida dell’arresto.

 

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