Brucellosi in allevamento del chietino: Nas e Asl sequestrano 138 bovini

Chieti. I Carabinieri del Nas di Pescara e la Asl di Chieti hanno sottoposto a vincolo sanitario 138 bovini di un allevamento della provincia di Chieti in cui è stato accertato un focolaio di brucellosi.

 

Gli animali non potranno essere movimentati fino all’ordine di chiusura del focolaio. L’attività rientra nell’ambito dei controlli che i militari per la tutela della salute hanno svolto in tre allevamenti del Chietino.

Sono state accertate violazioni al regolamento di polizia veterinaria e nella identificazione e registrazione dei capi di bestiame. I militari hanno proceduto, inoltre, al prelievo di campioni ematici sui bovini per le successive analisi di laboratorio.

La brucellosi è una malattia infettiva provocata dai batteri del genere Brucella. La brucellosi ha molti sinonimi, derivati dalle regioni geografiche in cui la malattia è più diffusa: febbre maltese, febbre melitense, febbre mediterranea, febbre di Cipro, febbre di Gibilterra; o dal carattere discontinuo della febbre: febbre ondulante, tifo intermittente. Colpisce principalmente gli animali, causando mastite bovina e aborto, sempre nei bovini. Può colpire accidentalmente l’uomo, causando una forma morbosa che può assumere caratteristiche cliniche variabili, simulando il quadro di molte altre malattie febbrili.

Le tetracicline sono tra i farmaci più attivi, ma vanno sempre impiegati in combinazione con altri farmaci, a causa della frequenza delle ricadute dopo la mono-terapia. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) consiglia il trattamento orale con doxiciclina (200 mg/die) associata a rifampicina (600 o 900 mg/die) per 6 settimane, tuttavia l’associazione della doxiciclina per os con la streptomicina intramuscolare (1g/die) per 3 settimane è più efficace. Una volta veniva impiegato, in associazione, anche il cotrimossazolo (Bactrim), che però ha inaccettabili tassi di ricaduta post-trattamento. Il Bactrim può essere usato in associazione con rifampicina, un fluorochinolonico o un aminoglicoside, nelle forme pediatriche (sotto gli 8 anni di età) e in gravidanza, quando è controindicato l’impiego della doxiciclina.

Nelle forme neurologiche (soprattutto meningite) viene spesso utilizzato il cloramfenicolo per la sua maggiore capacità rispetto alle tetracicline di superare la barriera emato-encefalica.

Nelle forme più complicate molti autori consigliano l’associazione con tre farmaci tra quelli elencati.

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