Atessa, la posizione di Fiom sulle questioni Sevel

Chieti. “Passa il tempo e le cattive abitudini restano: accade una qualsiasi cosa ed i lavoratori della Sevel vengono chiamati a pagare. Ad ogni inconveniente, ad ogni piccolo inciampo produttivo, i lavoratori devono rispondere con nuovi sacrifici”.

 Si legge così in una nota del segretario generale di Fiom-Cgil, Davide Labbrozzi, che aggiunge: “Infatti, la nevicata di questi giorni, con una risposta preventiva che le istituzioni hanno dato e che noi consideriamo assolutamente esagerata, ha scatenato un fermo produttivo che ora dovrà essere recuperato al sabato ed alla domenica. Non possiamo accettare che per qualche millimetro di neve si fermi il sistema, non possiamo sopportare che per un insignificante evento meteorologico ci si ritrovi a casa con l’obbligo a dover poi recuperare al sabato ed alla domenica. Alle istituzioni chiediamo maggiore impegno per la gestione e non per il fermo preventivo dei mezzi pesanti, alla Sevel, invece, chiediamo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che in questo caso avrebbero permesso alle persone di non dover recuperare una giornata di fermo, blocco determinato dalle inefficienze del sistema. Non sono state le persone che lavorano in Sevel a scegliere la neve, non sono state loro a fermare il traffico dei mezzi pesanti, nessun dipendente della Sevel ha scelto di avere dei magazzini inesistenti, nessuno di coloro che saranno chiamati a lavorare di sabato e di domenica ha scelto di non richiedere la cassa integrazione. La Fiom esprime la sua massima contrarietà, come avvenuto in passato, al sabato ed alla domenica quali giorni di recupero. Inoltre, troviamo assurdo pretendere un impegno straordinario nel momento in cui tante persone saranno impegnate ai seggi elettorali. Infatti, sabato e domenica, avremo tante lavoratrici e tanti lavoratori con l’impegno già assunto a partecipare alle attività elettorali. Da parte nostra sussiste l’impossibilità ad eseguire contestualmente, nella stessa giornata, i due momenti, entrambi lavorativi. Inoltre, insistiamo nel ribadire che i fermi produttivi non debbono scatenare richieste di ulteriori sacrifici che, ancora una volta, chi lavora in Sevel, dovrebbe prestare. I fermi produttivi vanno gestiti diversamente, chi lavora in Sevel ha già dato: pause ridotte, carichi lavorativi aumentati, salari contenuti, straordinari divenuti lavoro abituale”.

 “Inoltre ancora – conclude Labbrozzi – alla Sevel chiediamo di aprire un tavolo di discussione per predisporre meccanismi naturali per la gestione di qualsivoglia evento, non accettiamo la logica delle comunicazioni. La Fiom da oltre un secolo contratta, discute, si confronta con atteggiamento costruttivo, le informative non fanno parte della storia sindacale di questo nostro Paese. Su questa base la Fiom proclama otto ore di sciopero con l’obiettivo di cambiare il corso della storia. Modalità di astensione: recupero del sabato 3 marzo 2018, otto ore di sciopero; recupero della domenica 4 marzo 2018, otto ore di sciopero”.

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