Chieti, horror tour per discariche: gli ambientalisti portano i rifiuti industriali in prefettura FOTO

Chieti. Ancora sconcertati dalla sentenza sulla megadiscarica di Bussi, gli ambientalisti del Forum abruzzese per i diritti dell’acqua tornano in campo a denunciare le varie emergenze ambientali disseminate sul territorio regionale. Lo hanno fatto stamani, con un “horror tour” che ha portato la stampa in una delle discariche abusive presenti in Abruzzo e consegnando alle istituzioni le prove tangibili di un preoccupante rischio contaminazione.

Il sito regionale di bonifica di Chieti scalo consta di centinaia di ettari dove potrebbero essere disseminati scarichi abusivi di rifiuti tossici, tanti quanti i siti e siti industriali abbandonati. E’ lì che il Forum ha raccolto, ben protetto da mascherine e tute, una decina di sacchetti di quanto c’è sul terreno a pochi passi dal fiume Pescara: “Non sappiamo da dove proviene, né chi è il responsabile ma così non può stare perché è accessibile anche ai bambini”, spiega Augusto De Sanctis, “e sono tante le segnalazioni dei cittadini che indicano questo materiale come scorie di fonderie”.
Dallo Scalo, poi, gli ambientalisti sono saliti nel centro di Chieti, decisi a portare il materiale “di incerta provenzienza”, in prefettura e “chiedere cosa dobbiamo fare per ottenere sicurezza per il territorio, visto che su questi cumuli di rifiuti non c’è alcuna copertura e la pioggia fa penetrare tutto nel terreno e rischia di contaminare il fiume”, prosegue De Sanctis. In attesa di essere ricevuto dal prefetto De Marinis, i manifestanti hanno cercato di sensibilizzare la cittadinanza, mostrando su corso Marrucino i sacchetti raccolti e urlando dai megafoni quali sono le conseguenze per la salute pubblica correlate ai rischi di contaminazioni sottaciuti dalle istituzioni.
Alla fine il prefetto incontra le “tute bianche” del Forum, ma l’unica cosa che riesce a dire è: “Lasciateci questi sacchetti, studieremo la situazione e vedremo le possibili misure da prendere ascoltando tutti gli organi interessati”. Ma è lapidaria la conclusione che fa, ancora una volta, Augusto De Sanctis: “Questo gesto simbolico ha preso in contropiede un’istituzione che rappresentalo Stato su territorio e che non tutela i cittadini”.
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