Paleovite d’Abruzzo, messe a dimora una ventina di piante in tre centri di ripopolamento

Rocca San Giovanni. Una ventina di talee (giovani piantine) di vite selvatica, riprodotte dal centro per la Conservazione del Germoplasma del Parco Nazionale della Majella, sono state messe a dimora nelle riserve naturali della Lecceta di Torino di Sangro e del Bosco di Don Venanzio a Pollutri, le due Riserve Naturali che completano il quadro dei partner del progetto “Paleovite d’Abruzzo”, ideato dalla Cantina Frentana.

Lo scopo è salvaguardare dall’estinzione e studiare la progenitrice della vite coltivata, che in Abruzzo sopravvive solo in pochi individui, scoperti dal naturalista Aurelio Manzi nella Lecceta di Torino di Sangro. Un terzo centro di ripopolamento, in questo caso a fini di coltivazione e di studio biologico e genetico, si trova in un vigneto di proprietà della Cantina Frentana, la cui strategia è sempre più orientata alla sostenibilità e alla difesa della biodiversità, con la progressiva conversione dei vigneti verso il biologico e l’utilizzo di energie rinnovabili.

La Cantina Frentana produce e commercializza in bottiglia i classici vini del territorio ed esporta in trenta paesi del mondo grazie ad una qualità riconosciuta anche da tutte le principali “guide del vino” italiano. Un successo crescente, frutto, afferma il presidente Romanelli, della coesione dei soci e dei continui investimenti. Ultimo in ordine di tempo la realizzazione della grande “sala esperienziale” circolare in cima alla torre vinaria, inaugurata a luglio 2014, capace di ospitare eventi, degustazioni e cene con un panorama a 360 gradi che dalle ampie vetrate abbraccia tutto l’Abruzzo meridionale, dal mare alla Majella.

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