Francavilla, commemorazione eccidio Santa Cecilia

commemorazione_eccidio_santa_cecilia_2012Francavilla al Mare. Questa mattina a Francavilla al Mare c’è stata la commemorazione dell’eccidio di Santa Cecilia.

La commemorazione si riferisce ad un episodio accaduto il 30 dicembre 1943. Francavilla era una delle prime città italiane dove era stata organizzata la Resistenza all’invasione nazifascita, così la città venne minata e venne fatta sgombrare buona parte della contrada Santa Cecilia a causa delle abitazioni crollate. Quando i soldati tedeschi fecero sfollare i contadini dalla contrada di Santa Cecilia, verso Chieti, una ragazza che tentò di recuperare delle masserizie da nascondere in un posto sicuro, subì un tentativo di violenza da parte di un soldato nazista. Allora il padre della ragazza aggredì e uccise a coltellate il soldato, per poi fuggire con tutta la famiglia per paura della rappresaglia. Ci fu quindi la reazione dei militari con il comando tedesco scatena subito una feroce rappresaglia secondo la barbara consuetudine di guerra dell’esercito nazista, per cui per ogni soldato morto devono essere uccisi dieci civili.
La commemorazione ha visto la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide Caduti nella parte antistante al Municipio; a seguire c’è stato il trasferimento e Santa Messa di suffragio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore ed il trasferimento e deposizione corona d’alloro c/o cippo commemorativo in Contrada Santa Cecilia.
“Noi siamo di passaggio sulla terra – ha detto il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani, durante la cerimonia di commemorazione – il mio compito come persona che amministra è quello di ricordare questi gesti ed avere a fianco una ragazza di 15 anni che fa parte del Comitato Ricerche Storiche simboleggia il tramandare. Questa vicenda mi tocca perché in quella circostanza venne a mancare anche mio nonno, quindi è come se quegli istanti li avessi vissuti. Si parla di crisi economica, ma con il fatto di trovarsi nella Comunità Europea, questi episodi non si devono più verificare”.
Francesco Rapino

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