Raffineria Paglieta: ‘La CMI deposita documenti’

Paglieta. “Procede indisturbato. Ostacoli, intoppi e intralci? Zero. Il progetto di estrazione di gas dal lago di Bomba da un lato e la costruzione di una raffineria a Paglieta dall’altro proseguono il proprio iter. Sabato scorso 25 novembre la società CMI Energia ha pubblicato su alcuni quotidiani nazionali l’avvenuto deposito della documentazione integrativa che le era stata richiesta.

Il pericolo di un ‘Vajont abruzzese’ non sembra dunque scongiurato. Anzi”. E’ questo lo stralcio del commento reso noto dal Consigliere regionale Leandro Bracco che riguarda l’annosa e delicatissima vicenda che concerne l’impianto petrolifero che interessa la Val di Sangro. “Il Ministero dell’Ambiente – spiega l’esponente di Sinistra Italiana – ha infatti consentito alla stessa CMI Energia di perfezionare il proprio progetto. Tutto questo, presumibilmente, in violazione delle norme attinenti al Testo unico sull’Ambiente”.

“Sulla questione – prosegue Bracco – nulla è stato fatto rilevare dalla Regione Abruzzo e purtroppo non ne sono sorpreso. A seguito dell’accesso agli atti da me formulato ad agosto scorso, ero venuto in possesso della documentazione con la quale l’Arap (l’Azienda regionale delle attività produttive) concedeva alla CMI Energia medesima una diversa area al fine di costruire una raffineria nel Comune chietino di Paglieta”.

“Un atto presidenziale – evidenzia il Consigliere – che l’Arap aveva con urgenza rilasciato il giorno stesso in cui la mia richiesta formale di accesso agli atti era pervenuta. Una questione evidentemente rilevante ai fini del progetto tanto che nel provvedimento si legge ‘ritenuto di provvedere urgentemente in merito (…) al fine di garantire il proseguimento del procedimento autorizzativo in corso presso i competenti Ministeri'”.

“Nel mese di settembre – rimarca Bracco – il provvedimento medesimo è stato così ratificato. E cosa ha fatto la regione Abruzzo? Sostanzialmente poco e nulla. Persino nella risposta alla mia interpellanza sul caso Bomba dello scorso 21 novembre, il Sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Mario Mazzocca non ha ritenuto di dare una puntuale spiegazione sulla delibera adottata dall’Arap la quale, ribadisco, recita testuale ‘stante l’urgenza di garantire il proseguimento del procedimento autorizzativo in corso presso i competenti ministeri'”.

“Eppure la delibera – sottolinea il Consigliere regionale – presentava delle contraddizioni. Quali? L’atto dell’Arap parlava di proroga. Faccio notare che si può prorogare solamente una cosa già concessa. Peccato però che in questo caso sia stata assegnata una diversa area e dunque si è trattato di un nuovo provvedimento di adozione. Questa considerevole circostanza poteva essere rilevata dalla Regione Abruzzo e invece non si è proceduto neppure a una verifica superficiale. Allora come posso dare credibilità alle parole rassicuranti che Mazzocca, dieci giorni fa, ha indirizzato verso la mia persona quando ha risposto all’interpellanza da me formulata?”.

“Non basta – specifica Bracco – dire semplicemente no. Ogni più piccola illegittimità, ogni contraddizione, ogni omissione doveva e deve essere rilevata al fine di impedire che il ‘gigante straniero’ si abbatta su una porzione amplissima del territorio mettendo a serissimo repentaglio la vita di intere comunità”. “Il 24 gennaio prossimo i cittadini, le associazioni e diversi enti dovranno depositare ulteriori osservazioni nella speranza di dimostrare nuovamente, come già accaduto con la sentenza del Consiglio di Stato del maggio 2015, l’incompatibilità e i rischi notevolissimi che il progetto petrolifero in Val di Sangro riveste. Mi auguro che la Regione Abruzzo e in primis il Presidente D’Alfonso intendano davvero condividere le tesi delle comunità e non invece sposare le ragioni del Governo nazionale e dei petrolieri. In caso contrario – conclude Leandro Bracco – si preannuncia un inverno rovente”.

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