Pizzoferrato, scarichi selvaggi: è questione nazionale

Pizzoferrato. Valle del Sole, il più grande Villaggio Turistico degli Appennini, ubicato in località San Domenico di Pizzoferrato, gestito dal Consorzio obbligatorio di urbanizzazione denominato “San Domenico in Silvis II”, sin dalla sua nascita, negli anni settanta, ha scaricato acque reflue urbane, deteriorando acque del pubblico demanio con alterazioni tali da richiedere il ripristino qualitativo, avendo modificato l’equilibrio del corso delle acque stesse immettendo acque del tutto non depurate, con modalità e durata tali da causare un danno anche grave alle acque medesime e all’ecosistema, (esempio la carica batterica pari a 3.500.000 UFC/1ml, limite massimo previsto non superiore a 5000, risultava 700 volte superiore).

Oggi, 21 settembre 2017, presso il Tribunale di Lanciano a giudizio Dario Carino, già Presidente del Consorzio San Domenico in Silvis II e Commissario Liquidatore dello stesso. Dario Carino, di Giuliano in Campania, della città metropolitana di Napoli, deve rispondere del reato di scarico di acque reflue del Villaggio Turistico Valle del Sole senza autorizzazione e danneggiamento delle acque del Fosso Piane che sversa nel fiume Sangro. Nel processo il Comune di Pizzoferrato, rappresentato e difeso dall’avvocato Diana Peschi e il Ministero dell’Ambiente rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di L’Aquila, con l’avvocato Generoso di Leo, si sono costituiti parte civile, per richiedere i danni cagionati all’ambiente e all’immagine del Comune. In particolare il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in persona del Ministro Gian Luca Galletti, su relazione ISPRA, Servizio per le Emergenze Ambientali, ha già quantificato, nell’Atto di costituzione di parte civile dello Stato, in via prudenziale e salvo ulteriori approfondimenti, in Euro 347.000,00 il danno patrimoniale ed Euro 252.000,00 ovvero nella misura maggiore o minore di giustizia, il danno non patrimoniale all’immagine dell’Amministrazione. Quindi un totale di 599.000.000,00. Per 40 anni, dall’entrata in vigore della Legge sulla depurazione e 20 dalla nascita del Parco Nazionale della Majella, il Consorzio San Domenico in Silvis ha sversato i reflui senza depurazione, contrariamente agli impegni, per la costruzione di un depuratore, assunti nei confronti del Comune di Pizzoferrato. Solo grazie all’intervento della Procura della Repubblica di Lanciano e dell’Amministrazione comunale di Pizzoferrato la pericolosissima condotta illecita è stata interrotta. Finalmente il sistema fognario di Valle del Sole è stato dotato di un modernissimo impianto di depurazione MBBR, realizzato e gestito dalla Saluber di Cisterna di Latina. La vicenda è stata oggetto di diversi procedimenti giudiziari. In particolare il Tribunale Civile di Lanciano con diverse sentenze si è pronunciato in favore del Comune ed ha accertato le responsabilità del Consorzio di urbanizzazione, per gli scarichi di acque reflue. Giovedì 21 la vicenda è tornata di nuovo nelle aule giudiziarie del Tribunale di Lanciano. Il Processo è altamente simbolico poiché si tenta di rendere giustizia ad un territorio violentato nella sua intimità dalle scelte sconsiderate di amministratori del Consorzio irresponsabili; infatti, nel bilancio del Consorzio San Domenico in Silvis 1999 vi è traccia dell’ accantonamento di 100 milioni di vecchie lire per la realizzazione del depuratore nel Villaggio turistico, poi evidentemente stornati a favore di altro. Quindi il Consorzio, con il suo Presidente, era ben consapevole degli obblighi verso l’ambiente e verso il Comune.

Nel 2017 si trova finalmente la forza di reclamare giustizia in Tribunale, mentre Qualcuno, mascherato sotto etichette populiste di comitatini e associazioncine, oggi, e dopo tutto, non vuole neppure pagare il servizio di depurazione e l’acqua.

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