Femminicidio Ortona, Marfisi si vergognava della presunta storia d’amore tra la moglie e l’amica

Ortona. Un duplice omicidio premeditato, quello di Ortona giovedì scorso, in elaborazione da alcuni mesi, un proposito giunto a maturazione mercoledì quando, in occasione del compleanno della moglie Letizia, incontrata in un bar, lei si è rifiutata di accettare gli auguri dal marito al quale ha detto di voler rimanere sola con la sua amante, l’amica Laura.

Nella sua deposizione Francesco Marfisi ha raccontato che si sentiva deriso da quando in città si era sparsa la notizia della relazione sentimentale fra le due donne. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia emessa dal gip del Tribunale di Chieti Luca De Ninis. Marfisi avrebbe raccontato che era pronto a perdonare la moglie, ma a condizione che quella storia finisse; invece la relazione continuava, anzi era diventata pubblica come pubbliche, ha detto l’uomo nell’interrogatorio davanti al Pm, erano le offese nei suoi confronti.

Alle due donne sarebbero stato inferte complessivamente oltre trenta coltellate che hanno raggiunto parti vitali. Letizia è stata uccisa nell’androne del palazzo in cui abita un’amica che la ospitava. Il secondo omicidio è avvenuto in casa di Laura, nella sala, davanti ai figli della donna, due bambini, dove l’uomo è entrato dopo avere sfondato con una spallata la porta d’ingresso.

All’uomo vengono anche contestate le lesioni personali nei confronti di sua figlia, incinta, circostanza quest’ultima che ha fatto scattare un’aggravante. La figlia era arrivata mentre l’uomo stava colpendo la moglie, lui ha colpito la ragazza con un fendente provocandole una ferita alla testa ed escoriazioni a un braccio. L’accusa di tentato omicidio, invece, è riferita alla donna che ospitava la moglie Letizia in casa quando è avvenuto l’omicidio. Marfisi avrebbe minacciato la donna, prima di salire in auto per raggiungere l’abitazione di Laura Pezzella. Dopo il secondo delitto Marfisi è tornato nel luogo del primo ed è sceso dall’auto con i coltelli in pugno. Ha trovato però sulla sua strada i carabinieri che lo hanno accerchiato e arrestato.

Per il giudice, che ha applicato a Marfisi la custodia cautelare in carcere, come richiesto dal pm Ciani, vi è un evidente e intensissimo pericolo di reiterazione del reato e devono essere valutati anche i precedenti del 50enne, per rapina e per lesioni personali, che, secondo il Gip, confermano una personalità impulsiva e l’assenza di adeguato autocontrollo

OMICIDIO ORTONA

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