Vasto, muore in sala operatoria: parenti e amici tentano di aggredire i medici

ospedale_vastoVasto. Un 60enne molisano di Montenero di Bisaccia entra in sala operatoria per l’asportazione di un tumore al rene e muore per una emorragia. Appresa la notizia, amici e parenti del morto sono accorsi danneggiando vetrate e suppellettili dell’ospedale e tentando di aggredire i medici indirizzando ai professionisti il grido di  “assassini”.  E’ successo ieri sera all’ospedale di Vasto, dove e’ dovuta intervenire la polizia per placare gli animi. Senza riuscirci del tutto, dal momento che questa mattina uno dei chirurghi finiti sotto accusa, il professor Luigi Schips, e’ dovuto andare in sala operatoria scortato dagli agenti del commissariato. Volevano aggredirlo anche li’. Sara’ la procura della repubblica di Vasto, adesso, a chiarire le cause del decesso, attraverso l’autopsia sul corpo di Nicolino Gianfelice. L’esame, chiesto dalla stessa direzione sanitaria del San Pio da Pietrelcina, si terra’ nel pomeriggio di domani, presenti i periti di parte, Pietro Falco per la Asl, Ivan Melasecca per Schips, Christian D’Ovidio per la famiglia del paziente.
Proprio su richiesta della famiglia, che ha denunciato il caso, il sostituto procuratore della repubblica di Vasto, Enrica Medori, ha fatto sequestrare la cartella clinica e si appresta, come atto dovuto, a iscrivere sul registro degli indagati chirurghi, assistenti e ferristi al lavoro durante l’intervento chirurgico.
“Nicolino stava bene – hanno detto nei corridoi del reparto amici e parenti del paziente deceduto – e’ entrato vivo in sala operatoria ed e’ uscito senza piu’ vita”. Amarezza profonda espressa dal primario di urologia del San Pio, Luigi Schips, una delle punte di diamante della Asl di Lanciano-Chieti-Vasto che proprio nell’urologia vastese ha la sua unita’ piu’ apprezzata, anche per gli interventi d’avanguardia eseguiti in questi anni.
Secondo la Asl si trattava di un caso disperato: l’uomo aveva un tumore invasivo di 11 centimetri che aveva gia’ aggredito vena cava e fegato. Prima di intervenire, il professor Schips ha chiesto anche la presenza di un altro chirurgo. Sempre secondo la Asl, il tumore sarebbe stato rimosso con successo ieri mattina, ma nel pomeriggio, per l’emoglobina bassa e una raccolta di sangue, si era deciso di intervenire nuovamente. Non e’ stato possibile, perche’ il paziente sarebbe deceduto prima di essere intubato. Sara’ l’autopsia, adesso, a chiarire cosa ha provocato l’emorragia e se i medici abbiano operato con la dovuta perizia. Nicolino Gianfelice, imprenditore del ramo tessile, era molto conosciuto a San Salvo, dove faceva l’allenatore della squadra di calcio a cinque.
Sul caso e’ intervenuta anche la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti: “Confermiamo la piena fiducia nella professionalita’ degli operatori che si sono occupati del caso – dichiara il direttore generale, Francesco Zavattaro – ma al tempo stesso e’ nostro dovere approfondire le circostanze che hanno determinato il caso”. Secondo la Asl, che ha avviato un’indagine interna per accertare la dinamica dell’accaduto, il paziente era stato sottoposto a un lungo e complesso intervento chirurgico finalizzato all’asportazione di un tumore del rene, “di dimensioni tali da aver invaso anche la vena cava e il fegato”.

 

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