Il WWF presenta osservazioni alla VIA per il progetto della Puccioni spa

costa_teatinaLanciano. L’associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina esprime forte perplessità sulla realizzazione di un impianto chimico per la fabbricazione di prodotti fertilizzanti e di recupero di rifiuti pericolosi (più precisamente rigenerazione di acido cloridrico da acque di decapaggio da rifiuti pericolosi) da parte della Ditta Puccioni S. P.A.

A questo riguardo, l’8 novembre il WWF ha inviato alla Commissione VIA della Regione Abruzzo le proprie osservazioni al progetto, evidenziando le carenze e le inesattezze dello studio di Impatto Ambientale presentato dalla Ditta, che, ad avviso dell’associazione, non avrebbe tenuto in debito conto le criticità presenti nell’area né le ripercussioni ambientali sulla Riserva Naturale di Punta Aderci e sul sito SIC (Sito di Importanza Comunitaria) “Punta Aderci – Punta della Penna” ivi presenti. In prima istanza, è stato sottolineato che, in prossimità dell’impianto produttivo della Puccioni, sono presenti anche le industrie EcoFox e Vasto Legno, una Fonderia Leghe Leggere, carpenterie metalliche e, poco distante e tra tante altre attività, un complesso importante di verniciature. Inoltre va aggiunta la richiesta, da parte della stessa Ditta, per la centrale a biomasse della potenza di 17.082 kW elettrici lordi e 6.000kW termici, oltre alla ormai nota centrale a biomasse di 4MW già autorizzata della Istonia Energy. La contemporanea presenza di tutte queste attività industriali va attentamente valutata, perchè in caso di incidente, anche non rilevante ed in uno solo degli insediamenti nominati, potrebbe ingenerarsi un gravissimo disastro ambientale, con manifestazione certa di pericolo igienico-sanitario anche a notevole distanza. Questo aspetto è stato del tutto trascurato dallo studio. Si ricorda che Punta Penna è una vera e propria frazione abitata della città di Vasto, dove sono presenti ristoranti, insediamenti turistici, campeggi, discoteche. Inoltre, a circa un km vi è la “spiaggetta di Punta Penna”, emblema della “Riserva Regionale Naturale Guidata di Punta Aderci” che, per il suo ampio ed esteso arenile con retrostante ambiente dunale, è frequentata con punte giornaliere estive di 4-5.000 persone.  Un’altra osservazione riguarda i possibili impatti ambientali sulle aree naturali protette limitrofe. Con poche eccezioni, tutti gli insediamenti industriali citati, tra cui quello in oggetto, sono ubicati all’interno della fascia di rispetto della Riserva di Punta Aderci e in prossimità del SIC. Nello studio invece si afferma che “L’area in cui è situato l’impianto non è soggetta a vincoli ambientali, inoltre non ricade all’interno di aree naturali protette, riserve naturali”. A parte l’erroneità della valutazione, è stata fatta una grave omissione, in quanto la vicinanza di un sito SIC rende necessaria anche la Valutazione d’Incidenza dell’impianto sull’area naturale. Nello studio non sono presenti né indicazioni sulle componenti biotiche presenti nel SIC né stime dei possibili impatti su di esse e sulle mitigazioni attuabili. Si afferma genericamente che “gli aspetti ambientali connessi all’attività e i conseguenti impatti ambientali sono continuamente tenuti sotto controllo e monitorati.” ma non si specifica chi saranno i soggetti che effettueranno tale monitoraggio, con quali modalità e avvalendosi di quali sistemi di controllo specifici. Ricordiamo che nella provincia di Chieti il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria è del tutto carente e inefficiente così come denunciato nel comunicato del 12 marzo scorso di WWF Abruzzo, Arci Provincia di Chieti e associazione Civica Porta Nuova. Sulla base di ciò, il 6 Maggio scorso (facendo esplicito riferimento alle autorizzazioni per le centrali a biomasse) il WWF Zona Frentana ha invitato la Regione “a sospendere qualsiasi autorizzazione alle emissioni (compresi i rinnovi) fino a quando non sarà in grado di attuare tale monitoraggio obbligatorio” per legge. Quale futuro potrà avere la Riserva di Punta Aderci, che con ogni diritto vuole candidarsi ad essere riferimento centrale all’interno del Parco della Costa Teatina, se nella zona industriale, continueranno ad insediarsi impianti a così alto rischio ambientale? Quale vantaggio può trarre la città, l’agricoltura, le altre aziende locali, il turismo da un peggioramento dell’aria che respiriamo e dalle aumentate probabilità di incidenti nel trattamento di sostanze pericolose?

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