Hotel Rigopiano, a Chieti oltre 3mila persone al funerale dei genitori del piccolo Samuel

Chieti Almeno tremila persone hanno preso parte a Chieti ai funerali di Domenico Di Michelangelo e di sua moglie Marina Serraiocco, morti nell’albergo Rogopiano, travolto da una slavina, il cui figlio Samuel, di 7 anni, è stato salvato dai soccorritori.

Il rito religioso, presente il vice capo della Polizia Luigi Savina, è stato presieduto dall’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, e concelebrato con altri sacerdoti, mentre il coro della Questura di Ancona ha accompagnato l’intera funzione.

La cattedrale di San Giustino, dove il poliziotto originario di Chieti ma in servizio a Osimo, e sua moglie, si erano sposati nel 2008, era gremita anche da tante persone giunte dalla città marchigiana. Il corteo funebre, aperto dalle corone inviate dal Presidente della Repubblica e dal Capo della Polizia, e dai gonfaloni lista a lutto del Comune, dove oggi è stata indetta una giornata di cordoglio cittadino, e della Provincia di Chieti, è partito nel primo pomeriggio dalla sala consiliare della Provincia dove ieri pomeriggio era stata allestita la camera ardente. Centinaia le persone che in questi due giorni hanno reso omaggio a Di Michelangelo e a sua moglie.

In chiesa anche i prefetti di Chieti e Pescara, Antonio Corona e Francesco Provolo, i questori di Chieti e Ancona, Vincenzo Feltrinelli e Oreste Capocasa, i sindaci di Chieti e Osimo, Umberto Di Primio e Simone Pugnaloni, il presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo, il cappellano della Polizia di Ancona Antonello Lazzerini. Straziati dal dolore i genitori di Domenico e Marina. Sulla bara di Di Michelangelo, di legno chiaro come quella della moglie, le sciarpe e le maglie della Juventus, del Chieti e del Sacro Cuore, quest’ultima squadra del quartiere teatino in cui il poliziotto è nato.

Savina ha espresso la ”vicinanza e il dolore dell’intera Polizia italiana che ho l’onore di rappresentare qui, a questo poliziotto, a sua moglie, ai suoi parenti. L’intera famiglia della Polizia di Stato è qui con lui e sarà nel futuro, lo assicuro, con Samuel”. All’uscita dalla cattedrale le due bare sono state accolte da un lungo applauso e dal volo di palloncini bianchi e di un cuore.

“Avrei voluto proteggervi anche quella maledetta sera, Dio solo sa quanto lo avrei voluto, avrei scavato da solo a mani nude fra la neve pur di trovarvi e salvarvi, ma non ho potuto”. Lo ha detto Alessandro Di Michelangelo, poliziotto presso la Questura di Chieti, durante i funerali del fratello Domenico.

”Desidero leggere a tutti alcuni pensieri che ho scritto di getto durante quelle interminabili e drammatiche notti di attesa, parole scritte di mio pugno per far conoscere a chi non lo avesse fatto prima d’ora chi erano Dino e Marina”, ha aggiunto Alessandro. “A Marina volevo dire una cosa: le ho sempre voluto bene, come un fratello maggiore e come un cognato. E dirle solo una parola: grazie per essere stata accanto al mio amato fratello per tutta la vita come una sposa fedele e premurosa. A mio fratello dico solo una cosa: anche se lontani non ti ho mai abbandonato, ti ho sempre seguito, protetto, consigliato e soprattutto portato per mano come quando da piccoli andavamo insieme da casa in via d’Aragona al Sacro Cuore, il nostro quartiere. Avrei voluto proteggervi anche quella maledetta sera”.

E ancora rivolto al fratello: “Sei stato l’ultimo ad essere estratto da quella gabbia maledetta, come se avessi voluto dire al mondo: pensate prima a salvare e a tirare fuori gli altri, poi penserete e me e così è stato”. ”Grazie a tutti coloro che ci sono stati vicini, da quella maledetta sera fino ad oggi. Ma un grazie particolare e immenso va all’altra mia famiglia, la famiglia della Polizia di Stato – ha concluso Alessandro Di Michelangelo – che non ci ha mai abbandonato, ai miei colleghi, ai colleghi di Dino e a tutti coloro che si sono stretti accanto a noi facendo scudo contro ogni paura e angoscia, adottando con affetto e amore anche la famiglia di Marina, per non farli sentire mai soli e abbandonati”

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