Lanciano, scoperti quattro lavoratori in nero: denunciate tre persone per truffa e falso

Guardia-di-FinanzaLanciano. Nell’ambito dei controlli mirati al contrasto del fenomeno del lavoro sommerso, la Guardia di Finanza di Lanciano ha puntato ieri l’attenzione su una società che opera nel settore delle lavanderie industriali del comprensorio di Lanciano.

Nel corso dell’intervento, sono state intervistate più di trenta persone e il risultato è di quattro lavoratori “in nero”, senza regolare assunzione: un’impiegata amministrativa, due inservienti ed un autista incaricato della guida di un furgone utilizzato per la consegna ed il ritiro del materiale in alcuni importanti stabilimenti di Melfi e della Val di Sangro.

I Finanzieri hanno accertato, inoltre, ritenute non operate sulle retribuzioni e ritenute non versate per un importo complessivo superiore a 1.500 euro, che prevedono una sanzione amministrativa che va da un minimo di 34.200 euro ad un massimo di 136.800 euro.

È stata, quindi, inoltrata la segnalazione agli Uffici assistenziali e previdenziali competenti all’accertamento delle ulteriori violazioni.

Il fenomeno del lavoro sommerso rappresenta senza dubbio una forma di illegalità molto dannosa che incide negativamente su più fronti: da un lato consente alle aziende sleali di abbattere i costi di gestione e di offrire servizi e prodotti a prezzi altamente concorrenziali, dall’altro è spesso correlato ad altri fenomeni, quali immigrazione clandestina e violenza e sfruttamento della manodopera.

Nella specifica attività di servizio, il dato appare più grave se si considera che sono emersi anche illeciti di natura penale.

Sono stati, infatti, denunciati tre dei quattro lavoratori, uno dei quali è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per truffa, avendo percepito indebitamente una indennità di disoccupazione pari a circa 2500 euro. Un’altra è stata denunciata per tentata truffa a causa dell’omessa comunicazione della ripresa dell’attività lavorativa, che avrebbe comportato la corresponsione di un’indennità di mobilità. Infine, l’autista per falso ideologico per aver dichiarato falsamente di non percepire compensi dal datore di lavoro.

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