Sciopero della fame al carcere di Lanciano: appello a Napolitano e Berlusconi

carcereLanciano. I detenuti della casa circondariale di Lanciano sono in sciopero della fame in solidarietà con il leader dei Radicali Italiani, Marco Pannella. Il deputato ha iniziato la protesta il 20 aprile scorso per “ridare dignità ai detenuti italiani”. “Aderiamo anche noi pacificamente allo sciopero della fame di Pannella – scrivono in una lettera i detenuti del carcere di Lanciano – con due giorni di digiuno (oggi e domani, ndr) per protestare contro il sovraffollamento delle carceri e chiedere di scontare il nostro debito con lo Stato in modo dignitoso”.

I detenuti sottolineano le condizioni di particolare sovraffollamento della casa circondariale di Lanciano, che “potrebbe ospitare circa 150 detenuti, mentre oggi siamo 380 in una cella che può ospitare un singolo detenuto ce ne sono ben 3, con la terza branda a 3 metri di altezza e a 30 centimetri dal soffitto, senza nessuna protezione per garantire un sonno sicuro”. Nei giorni scorsi “un detenuto è caduto dal letto e si è fratturato solo una spalla, fortunatamente”. Per quanto riguarda l’assistenza medica, i detenuti denunciano che dalle 22 “non c’è alcuna assistenza e in molti casi, se non ci fosse stato l’intervento tempestivo degli agenti penitenziari, che ci assistono con grande umanità, molti detenuti avrebbero rischiato la vita”. La situazione del “personale di polizia penitenziaria è al collasso, nonostante i doppi turni – continuano i detenuti – i disagi crescono giorno dopo giorno sia per noi che per gli agenti. Noi detenuti siamo consapevoli di aver commesso degli errori, ma vorremmo scontare il nostro debito con lo Stato in modo dignitoso e avere un reinserimento sociale dopo la detenzione. Speriamo – concludono i detenuti del carcere di Lanciano – che questo nostro grido arrivi a tutte le istituzioni italiane e in particolare al nostro capo dello Stato, Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”.

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